A Bari si è laureato il primo studente rifugiato dall’Afghanistan
Il 27enne Komeli ha discusso una tesi in Lingua e traduzione portoghese
sabato 23 luglio 2022
9.49
Con una tesi di laurea in Lingua e traduzione portoghese dal titolo "L'arte della diversità: tradurre le culture lusofone", si è laureato in Lingue e culture per il turismo e la mediazione internazionale, il primo studente rifugiato afghano. Komeil ha 27 anni e non intende fermarsi, pensa già di iscriversi ad un corso di studio specialistico: «Voglio continuare a studiare nell'ambito della mediazione e delle relazioni internazionali. Il mio sogno è di diventare ambasciatore. Per me l'università è stato il luogo in cui mi sono sentito integrato, mi ha reso più forte e ho sentito la bellezza della diversità, e che mi ha aiutato a relazionarmi con il mondo esterno».
Dal novembre 2019, data in cui il rettore Stefano Bronzini consegnò la pergamena di laurea al primo studente rifugiato, altro otto studenti rifugiati hanno completato il loro percorso di studi in UniBa. Da allora altri due hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri tre si sono iscritti a un corso di II livello.
Nel 2018 Komeil si è rivolto al Centro di servizio di ateneo per l'apprendimento permanente (Cap) dell'Università di Bari e ha ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell'Interno e dalla Conferenza italiana dei rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall'Università di Bari.
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Dal novembre 2019, data in cui il rettore Stefano Bronzini consegnò la pergamena di laurea al primo studente rifugiato, altro otto studenti rifugiati hanno completato il loro percorso di studi in UniBa. Da allora altri due hanno conseguito anche il diploma magistrale e altri tre si sono iscritti a un corso di II livello.
Nel 2018 Komeil si è rivolto al Centro di servizio di ateneo per l'apprendimento permanente (Cap) dell'Università di Bari e ha ottenuto la comparabilità del suo diploma di scuola superiore e poi una borsa di studio finanziata dal Ministero dell'Interno e dalla Conferenza italiana dei rettori, vedendosi garantito il diritto allo studio e la fruizione di specifici servizi di inclusione accademica e scambio interculturale attivati dall'Università di Bari.
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