Adescava ragazze sui social fingendosi un calciatore: arrestato un 40enne a Bari

L'uomo è accusato di pornografia minorile, detenzione di materiale pedopornografico

mercoledì 15 giugno 2022 14.47
La Procura distrettuale di Bari ha raccolto significativi elementi probatori sfociati in una sentenza di condanna, in primo grado di giudizio e quindi non definitiva, nei confronti di un uomo di circa quaranta anni, residente al nord Italia, ritenuto colpevole dei reati di violenza sessuale con l'aggravante della sostituzione di persona, pornografia minorile, detenzione di materiale personale pedopornografico.

In sede di giudizio abbreviato, riconosciuto il vincolo di continuazione nella realizzazione dei delitti indicati, in data 7 giugno ultimo scorso, il GUP ha condannato l'imputato alla pena di anni sei e mesi due di reclusione ed alla multa di 40mila euro oltre alla pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio che comporti tutela, curatela, amministrazione di sostegno o rapporto di insegnamento a contatto con i minori.

Dal Novembre 2021, l'imputato è ristretto, in stato di custodia cautelare in carcere, proprio per la pericolosità riscontrata durante la fase dell'attività investigativa che ha disvelato una serie di attività provocatorie, di violenza sessuale e di detenzione di materiale pedopornografico, in danno di quattro ragazze, minori di età. Le indagini sono state avviate nel settembre 2020, allorquando la Polizia Postale di Foggia riceveva una denuncia da parte di un genitore che aveva rinvenuto all'interno del proprio cloud (collegato all'account di posta elettronica condiviso con la figlia di appena anni 12), delle immagini autoprodotte a contenuto sessualmente esplicito.

In stretto raccordo con la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, si scopriva che la minore aveva inviato le sue foto intime, su richiesta del suo "fidanzato virtuale" che aveva conosciuto sul noto social "Instagram". Costui le raccontava che, pur essendo di Milano, viveva a Roma facendole credere di essere un giocatore delle giovanili di una nota squadra di calcio militante in serie A, inviandole una sua fotografia in cui era ritratto con indosso la maglia della squadra.

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