Blocco delle feste patronali per Covid: tavolo tecnico in Puglia per la ripartenza
Accolte le richieste delle associazioni di categoria
martedì 1 marzo 2022
14.44
Anche le feste patronali potranno tornare alla normalità dopo due anni di stop causa Covid: questa è la nota firmata dalle associazioni di categoria in Puglia in merito ai discorsi avviati con la Regione per la ripartenza.
"In qualità di associazioni di categoria della Puglia legate al mondo delle tradizioni e della devozione popolare avevamo presentato una formale istanza al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Conferenza Episcopale Pugliese S.E. Mons. Donato Negro e al direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia Aldo Patruno, per la costituzione di un tavolo tecnico".
"Con soddisfazione, venerdì 25 febbraio, abbiamo partecipato al tavolo tecnico istituito dalla Regione Puglia, al quale erano presenti il direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia – dott. Aldo Patruno – il capo di gabinetto di presidenza - dott. Claudio Stefanazzi - la dirigente del Teatro Pubblico Pugliese - dott.ssa Claudia Sergio, ed altri responsabili Regionali ai quali abbiamo rappresentato tutto il nostro rammarico e disagio per le nostre categorie che ad oggi non hanno alcuna risposta sulla ripartenza delle feste patronali, nonostante la graduale abolizione delle restrizioni determinate dall'epidemia da COVID-19 con la riapertura di tutte le attività: i lavori pubblici, le scuole di ogni ordine e grado, i cinema e i teatri, stadi e persino discoteche".
"In un clima sereno e costruttivo, abbiamo ricordato che, le precedenti restrizioni imposte dall'emergenza hanno soppresso tutte quelle forme di aggregazione sociale, tra cui le feste popolari e le manifestazioni religiose, per cui tutte le attività culturali ed economiche ad esse strettamente legate sono praticamente ferme da ottobre 2019, evidenziando altresì che, già dal 2020, è in vigore un protocollo - richiesto al Ministero dell'interno dalla stessa C.E.I. – che riapre alle feste patronali e relative processioni".
"Inoltre con il protocollo dell' 11 giugno 2020: "Applicazione delle misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Esigenze determinate dall'esercizio del diritto alla libertà di culto. Modalità di svolgimento delle processioni religiose" e il relativo emendamento 2.1500/20 al ddl. 2488 , che è stato approvato lo scorso 10 febbraio 2022 durante i lavori al Senato, che disciplina e consente ufficialmente lo "svolgimento delle feste popolari e delle manifestazioni culturali di notevole interesse anche quando si svolgono in modalità itinerante e in forma dinamica" riteniamo sia fondamentale ed urgente un confronto costruttivo con la C.E.P. per permettere di far tornare al lavoro e dare continuità a tutte quelle attività lavorative, culturali ed economiche legate alle feste popolari e alle manifestazioni religiose e poter cosi pianificare una ripartenza, a maggior ragione oggi che, dopo oltre due anni abbiamo il dovere di ridare dignità ai lavoratori di questo indotto - messo in pericolo dalla crisi di settore - quanto la continuità stessa delle tradizioni della nostra terra e di buona parte della nostra memoria collettiva".
"Il mondo delle tradizioni e della devozione popolare è indissolubilmente legato ai momenti e alle celebrazioni religiose, pertanto è fondamentale sin da subito far ripartire l'attività dei tanti volontari che compongono i comitati feste e che rendono possibile la realizzazione delle feste e degli eventi legati alla tradizione popolare. Continuare ad attendere servirà a ben poco, infatti, è noto che l'organizzazione di eventi di sorta non sia riducibile a pochi giorni. Dunque è necessario oggi adottare criteri e decisioni più miti e consapevoli che a questi appuntamenti è legata la sopravvivenza di intere categorie di lavoratori e secoli di storia del nostro patrimonio culturale immateriale".
"Ringraziamo ancora una volta la Regione Puglia che ha promesso attenzione al tema e un immediato tavolo tecnico al completo per cercare in ogni maniera di ridare un segno tangibile di normalità e speranza ai nostri territori e alle nostre attività artistico/culturali".
"In qualità di associazioni di categoria della Puglia legate al mondo delle tradizioni e della devozione popolare avevamo presentato una formale istanza al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Conferenza Episcopale Pugliese S.E. Mons. Donato Negro e al direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia Aldo Patruno, per la costituzione di un tavolo tecnico".
"Con soddisfazione, venerdì 25 febbraio, abbiamo partecipato al tavolo tecnico istituito dalla Regione Puglia, al quale erano presenti il direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia – dott. Aldo Patruno – il capo di gabinetto di presidenza - dott. Claudio Stefanazzi - la dirigente del Teatro Pubblico Pugliese - dott.ssa Claudia Sergio, ed altri responsabili Regionali ai quali abbiamo rappresentato tutto il nostro rammarico e disagio per le nostre categorie che ad oggi non hanno alcuna risposta sulla ripartenza delle feste patronali, nonostante la graduale abolizione delle restrizioni determinate dall'epidemia da COVID-19 con la riapertura di tutte le attività: i lavori pubblici, le scuole di ogni ordine e grado, i cinema e i teatri, stadi e persino discoteche".
"In un clima sereno e costruttivo, abbiamo ricordato che, le precedenti restrizioni imposte dall'emergenza hanno soppresso tutte quelle forme di aggregazione sociale, tra cui le feste popolari e le manifestazioni religiose, per cui tutte le attività culturali ed economiche ad esse strettamente legate sono praticamente ferme da ottobre 2019, evidenziando altresì che, già dal 2020, è in vigore un protocollo - richiesto al Ministero dell'interno dalla stessa C.E.I. – che riapre alle feste patronali e relative processioni".
"Inoltre con il protocollo dell' 11 giugno 2020: "Applicazione delle misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19. Esigenze determinate dall'esercizio del diritto alla libertà di culto. Modalità di svolgimento delle processioni religiose" e il relativo emendamento 2.1500/20 al ddl. 2488 , che è stato approvato lo scorso 10 febbraio 2022 durante i lavori al Senato, che disciplina e consente ufficialmente lo "svolgimento delle feste popolari e delle manifestazioni culturali di notevole interesse anche quando si svolgono in modalità itinerante e in forma dinamica" riteniamo sia fondamentale ed urgente un confronto costruttivo con la C.E.P. per permettere di far tornare al lavoro e dare continuità a tutte quelle attività lavorative, culturali ed economiche legate alle feste popolari e alle manifestazioni religiose e poter cosi pianificare una ripartenza, a maggior ragione oggi che, dopo oltre due anni abbiamo il dovere di ridare dignità ai lavoratori di questo indotto - messo in pericolo dalla crisi di settore - quanto la continuità stessa delle tradizioni della nostra terra e di buona parte della nostra memoria collettiva".
"Il mondo delle tradizioni e della devozione popolare è indissolubilmente legato ai momenti e alle celebrazioni religiose, pertanto è fondamentale sin da subito far ripartire l'attività dei tanti volontari che compongono i comitati feste e che rendono possibile la realizzazione delle feste e degli eventi legati alla tradizione popolare. Continuare ad attendere servirà a ben poco, infatti, è noto che l'organizzazione di eventi di sorta non sia riducibile a pochi giorni. Dunque è necessario oggi adottare criteri e decisioni più miti e consapevoli che a questi appuntamenti è legata la sopravvivenza di intere categorie di lavoratori e secoli di storia del nostro patrimonio culturale immateriale".
"Ringraziamo ancora una volta la Regione Puglia che ha promesso attenzione al tema e un immediato tavolo tecnico al completo per cercare in ogni maniera di ridare un segno tangibile di normalità e speranza ai nostri territori e alle nostre attività artistico/culturali".