«Cinquanta euro per comprare il voto», perquisita la casa del sindaco di Triggiano

Inchiesta della procura di Bari. Si sospetta l'inquinamento dell'elezione

giovedì 9 dicembre 2021 11.48
Cinquanta euro per assicurarsi il voto alle elezioni comunali. Un presunto sistema di voto di scambio è all'attenzione dei carabinieri del comando provinciale di Bari che da questa mattina sono stati impegnati in decine di perquisizioni domiciliari, su mandato della Procura della Repubblica. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ci sarebbero in particolare le elezioni comunali di Triggiano che hanno portato alla elezione del sindaco Antonio Donatelli. Lo stesso sindaco è tra le persone sottoposte a perquisizione domiciliare, insieme ai consiglieri comunali Napoletano Angela e Fortunato Antonio, nonché Cataldo Alessandro, ritenuto, dagli inquirenti deus ex machina del collaudato sistema per "comprare voti", realizzato in occasione delle ultime elezioni.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e della Sezione di polizia giudiziaria di Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bari, sono partite da una notizia di reato relativa all'esistenza di un meccanismo, che sarebbe stato architettato e realizzato nelle ultime campagne elettorali dal "creatore" del movimento politico "Sud al Centro", in modo da canalizzare il voto, previo pagamento di denaro, di diversi elettori a favore dei candidati sostenuti. Il partito politico era stato già al centro di una precedente indagine, chiusa nel febbraio scorso, che aveva coinvolto 50 persone per corruzione elettorale a seguito dell'elezioni amministrative del 2019, allorquando fu eletto al I Municipio di Bari, candidatosi con la stessa lista, De Giosa Carlo, ritenuto vicino all'assessora regionale ai Trasporti e Mobilità Sostenibile, Anna Maurodinoia (non indagata).

«L'attività investigativa - si legge in una nota della Procura di Bari - entrava nel vivo con l'approssimarsi delle elezioni amministrative tenutesi in cinque comuni dell'area metropolitana di Bari, tra il 3 e il 4 ottobre 2021. L'attenzione degli inquirenti si catalizzava su Triggiano, comune di residenza di Cataldo, ritenendo che quest'ultimo, così come aveva manifestato di spendersi alacremente per portare il Sindaco uscente alla rielezione, potesse raggiungere l'obiettivo anche attraverso l'inquinamento del voto, ovvero adottando quel sistema di corruzione elettorale di cui Magistratura e Carabinieri avevano già "sentito parlare". In effetti, le indagini hanno permesso di documentare come si fosse attivata una rete di "gregari" per individuare e contattare cittadini triggianesi disposti a tributare il loro voto al candidato sostenuto in cambio di € 50,00 pro-voto».
«Preziosissimo è stato quanto rinvenuto dai Carabinieri la sera del 6 ottobre in un cassone stradale di raccolta indifferenziata, collocato in un piazzale buio ed isolato a San Giorgio, laddove i fidati collaboratori di Cataldo si erano fugacemente e clandestinamente proposti di disfarsi, come puntualmente riscontrato, di materiale ritenuto "scomodo" perché riveniente dalle attività legate all'appena conclusa campagna elettorale, quali frammenti di fotocopie relative a documenti d'identità e codici fiscali di cittadini triggianesi, manoscritti parimenti riportanti il nome di persone e i loro recapiti, documentazione personale di Sandro Cataldo e di Anna Maurodinoia, un consistente numero di cartelloni, fac-simile di schede e volantini di propaganda elettorale inerente alle consultazioni amministrative appena svoltesi nel comune di Triggiano e afferente i candidati della Liste "Triggiano al Centro" e "CON Donatelli Sindaco"» conclude la nota.

Il sindaco: «Sono estraneo ai fatti»

«Sono totalmente estraneo ai fatti, se questi fatti esistono», è il breve commento del sindaco a riguardo: «Non esistono elenchi di nomi di elettori in mio possesso e sono fiducioso nell'operato della magistratura. Se qualcuno ha commesso illeciti ne risponderà, io non ne so nulla e sono del tutto estraneo a ipotesi di questo tipo».