Dalla Puglia a New York con la ricetta dei panzerotti
La storia di Pasquale De Ruvo e Vittoria Lattanzio, due cervelli in fuga
sabato 22 aprile 2023
Pasquale De Ruvo e Vittoria Lattanzio, pugliesi d.o.c., lui di Ruvo di Puglia, lei di Bitonto, sono i protagonisti della più classica delle fughe di cervelli, solo che questa volta hanno portato con loro anche la ricetta dei panzerotti. Oggi sono i titolari a New York di "Panzerotti Bites", al 235 Smith st di Brooklyn, un originalissimo locale "Made in Puglia", dove impastano e sfornano i classici panzerotti pugliesi. Su una parete del loro locale compare il tradizionale piatto in ceramica con l'emblema del "galletto", tutt'attorno profumo di Puglia. I panzerotti sono di origine controllata, le materie prime arrivano direttamente dalla Puglia, compresa la "ricotta squanta".
Pasquale e Vittoria sono entrati nel novero della storia come i primi italiani ad aver esportato negli Usa il panzerotto. I loro bei volti sono finiti persino sul New York Post e sul New York Times.
Il loro viaggio oltreoceano inizia nel 2015 in California quando Vittoria ha 19 anni, una laurea in Lingue Straniere a Bari e un master; Pasquale, dieci anni in più di lei, nel curriculum diversi lavori tra cui quello di essere co-proprietario di una caffetteria proprio a Ruvo.
Una storia di coraggio e di successo, di intraprendenza e anche di amore. «Avete presente quando trovate la persona ideale e scommettete che insieme potreste conquistare il mondo? Ci sentivamo proprio così quando ci siamo conosciuti», racconta Vittoria Lattanzio, laurea in lingue straniere conseguita a Bari e un master in Internazionalizzazione aziendale con l'ICE (Italian Trade & Investment Agency). «Sin da subito abbiamo avuto grande sintonia e affiatamento: entrambi avevamo interessi comuni, come il viaggio, gli animali, la natura, la cucina e un giorno abbiamo deciso di intraprendere un viaggio di vita insieme negli Stati Uniti».
Ed è così che inizia anche la vostra scommessa dei panzerotti.
Il mio percorso di studi - racconta ancora Vittoria - è stato molto importante nel progetto. Grazie alla laurea in lingue straniere a Bari sono riuscita ad affrontare la nostra nuova realtà con più sicurezza, poiché capivo la lingua e la cultura anglosassone. E anche oggi trovo utile il mio titolo di studi, poiché ci sono molti clienti francesi e tedeschi. Il master in Internazionalizzazione aziendale con l'ICE mi ha permesso di comprendere il processo d'importazione dei prodotti italiani e facilitare la stesura del nostro Business Plan.
Pasquale ha svolto molti lavori nel corso degli anni, tra cui quello di essere co-proprietario di una caffetteria nella sua città: il caffè, i catering e la gestione del personale sono una garanzia nel nostro locale grazie alla sua esperienza. Nel nostro locale è proprio lui che accoglie tutti con un grande sorriso e disponibilità, ed è anche un bravissimo panificatore.
Perché e come siete capitati proprio a New York?
Il tutto è nato nel 2015, quando tra un viaggio a New York e uno in California, ci siamo innamorati dell'America. Da sempre sognavamo di trasferirci all'estero e aprire un'attività di ristorazione tutta nostra e a New York abbiamo trovato la meta desiderata: una città piena di stimoli, di energia, dove idee particolari diventano realtà e vengono apprezzate; dove ci si sente liberi di credere in se stessi e investire in un progetto personale, e come cantava Frank Sinatra, "se ce la fai a New York, puoi farcela ovunque".
A New York mancava uno street food pugliese e il tutto è convogliato in questa idea della panzerotteria. Abbiamo puntato tutto sul panzerotto: il vero panzerotto barese fritto (o al forno), fatto a mano, con farine pugliesi, ben lievitato, sottile e croccante, con ingredientistica selezionata e importata dall'Italia o meglio ancora dalla Puglia. Brooklyn ci ha accolto con tanto entusiasmo, essendo plasmabile ai nuovi trend ed apprezzando molto la vera cucina italiana. Siamo felici dell'enorme affetto che stiamo riscontrando nel quartiere. Panzerotti Bites si trova al 235 Smith st.
Avete scelto il panzerotto e non la più riconoscibile pizza: il panzerotto è una vostra passione, oppure è stata una scelta pensata a tavolino?
Se avessimo aperto una pizzeria, adesso saremmo milionari. Lo diciamo spesso ironizzando, ma c'è molta verità in questa affermazione. La pizza è l'alimento più consumato negli Stati Uniti ed è facile da vendere, lo conoscono tutti. Invece il panzerotto è un prodotto di nicchia. Lo conoscono in pochi e farlo provare ai nuovi clienti non è semplice. Bisogna far attenzione a non farlo confondere col calzone, o con una empanada. E' indispensabile raccontare da dove viene il panzerotto e cosa significa per i pugliesi. La nostra parola d'ordine è appunto niente compromessi, solo tradizione (abbiamo anche la ricotta squanta).
Ricordo che quando abbiamo avvisato tutti i nostri amici che saremmo andati a New York a "fare i panzerotti" tutti ci dicevano "ma siete matti?!". Un po' di azzardo c'è stato. Non è da tutti lasciare le proprie certezze e puntare tutto su un prodotto sconosciuto dall'altra parte del mondo. Nessuno prima di noi lo aveva fatto, ma ci siamo rimboccati le maniche e ci stiamo riuscendo, un passo alla volta, o meglio un morso alla volta.
Siamo felici quando i nostri clienti ci dicono che ormai, dopo sei anni, preferiscono il panzerotto alla pizza. Affermano che piace a tutti, è perfetto per ogni occasione e quando lo ordinano per delivery, arriva caldo, al contrario della pizza.
Lo amano così tanto che ordinano panzerotti per ogni occasione, anche per i loro matrimoni!
Quanto c'è delle vostre origini pugliesi in questo progetto? C'è qualche ricordo gastronomico che vi lega a Ruvo oppure a Bitonto?
Basta solamente dire la parola "panzerotto" per evocare in ogni barese piacevoli ricordi e sapori di casa. All'estero ci si riunisce spesso per una bella panzerottata e ci si sente subito in famiglia. Queste emozioni sono state le motivazioni che ci hanno spronato a realizzare questo progetto, e lo facciamo con passione ogni giorno.
La ricetta che utilizziamo è quella delle nostre mamme, certamente perfezionata nel tempo. A casa mia viene preparato spesso il panzerotto con tonno e cipolla, e lo si può trovare anche nel nostro menu di Brooklyn. Invece a casa di Pasquale si fanno panzerotti con la ricotta squanta, anch'essa in menu.
Proponete solo panzerotti oppure avete pensato anche ad altri prodotti tipicamente pugliesi?
Abbiamo concentrato gli spazi in cucina per il panzerotto, coniugato in versione Tradizionale (pomodoro e mozzarella o altri gusti), Gourmet (aperto e farcito a freddo), Dolci (con nutella) e Speciali della settimana (con impasti e farciture diverse), tutti fritti o al forno. Serviamo birra e vino, caffè e insalate. Crediamo che proporre il mono prodotto sia una scelta vincente: una cosa sola e fatta bene. In store vendiamo tanti prodotti pugliesi, come i taralli, l'olio extra vergine, le orecchiette, i carciofi sott'olio ecc.
Com'è stato l'approccio con il mercato statunitense?
Al contrario di quanto si possa pensare, aprire una panzerotteria negli States non è semplice e vincente in maniera scontata, perché come detto, qui nessuno conosce il prodotto. Tramite pubblicità, passaparola, impegno e professionalità, siamo riusciti a stimolare la curiosità e l'appetito dei "local" e piano piano stiamo collezionando i risultati del duro e costante lavoro che portiamo avanti sin dal giorno in cui abbiamo aperto Panzerotti Bites, il 7 gennaio 2018 (con tanta neve fuori).
Siamo riusciti ad attirare l'attenzione di molte riviste americane, come il New York Post, AmNewYork e anche il New York Times. Per la stampa italiana è bastato un articolo a livello locale per generare un flusso di interviste e articoli su di noi davvero inaspettati: siamo finiti addirittura su Forbes e su Il Fatto Quotidiano, oltre che su altri giornali nazionali.
Anche su Facebook abbiamo avuto moltissime condivisioni e tantissime persone ci hanno scritto privatamente facendoci un grande in bocca al lupo e mandandoci tanto affetto. Siamo davvero felici per questo "innamoramento" da parte degli italiani e dei pugliesi riguardo alla nostra storia e al nostro prodotto.
Chi mangia il panzerotto negli USA?
I bambini del quartiere ne vanno pazzi. Piace proprio a tutti, persone di ogni età e ogni occasione è perfetta per ordinarne alcuni.
Ci fa molto piacere comunicare con i clienti e coinvolgerli, tramite la cucina a vista, dove tutto è preparato a mano e al momento, perché quando capiscono la qualità e l'impegno che c'è dietro, possiamo affermare di aver portato a termine la nostra missione del giorno.
Avete incontrato altri pugliesi, altre storie simili alla vostra lì negli USA? Cosa ne pensano dei vostri prodotti?
E' molto difficile farcela in questa città: il 50% delle nuove attività chiudono entro l'anno. Senza parlare dell'inflazione e delle tasse della città. Il nostro quartiere Carroll Garden, Brooklyn era abitato tanti anni fa da molti baresi, che poi negli anni si sono distribuiti in altre zone della città. Alcuni son rimasti e vengono spesso a trovarci (c'è anche il club dei molesi sulla strada parallela).
Ci fa piacere nominare i nostri amici della storica Gelateria Gentile di Bari che hanno aperto 3 location di recente, la prima proprio a Brooklyn. Molte altre coppie hanno percorso gli stessi nostri passi, aprendo ristorantini regionali gestiti da loro. Quando ci vediamo a cena con alcuni di loro, è simpatico ritrovarsi a parlare degli stessi aneddoti e disavventure degli italiani all'estero.
Avete avuto fra i vostri clienti a Panzerotti Bites alcune celebrità?
Si è soliti dire che a New York non sai mai accanto a chi sei seduto in metropolitana. È proprio vero. Nel nostro quartiere abitano molti attori e cantanti conosciuti (Matt Damon, Daniel Craig ecc), e capita spesso di incrociarli per strada. Da noi è recentemente venuto Ben McKenzie, protagonista di The OC, Action Bronson –famoso rapper- ci ha invitati al suo programma televisivo, la food and wine critic del New York Times, Florence Fabricant è venuta di persona ad assaggiare i nostri panzerotti, Roberto Saviano, Clio di ClioMakeUp ordinava spesso online da noi, il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano e il presentatore di Elisir su Rai 3, Michele Mirabella. Ad ogni modo ogni cliente è speciale per noi.
Pasquale e Vittoria sono entrati nel novero della storia come i primi italiani ad aver esportato negli Usa il panzerotto. I loro bei volti sono finiti persino sul New York Post e sul New York Times.
Il loro viaggio oltreoceano inizia nel 2015 in California quando Vittoria ha 19 anni, una laurea in Lingue Straniere a Bari e un master; Pasquale, dieci anni in più di lei, nel curriculum diversi lavori tra cui quello di essere co-proprietario di una caffetteria proprio a Ruvo.
Una storia di coraggio e di successo, di intraprendenza e anche di amore. «Avete presente quando trovate la persona ideale e scommettete che insieme potreste conquistare il mondo? Ci sentivamo proprio così quando ci siamo conosciuti», racconta Vittoria Lattanzio, laurea in lingue straniere conseguita a Bari e un master in Internazionalizzazione aziendale con l'ICE (Italian Trade & Investment Agency). «Sin da subito abbiamo avuto grande sintonia e affiatamento: entrambi avevamo interessi comuni, come il viaggio, gli animali, la natura, la cucina e un giorno abbiamo deciso di intraprendere un viaggio di vita insieme negli Stati Uniti».
Ed è così che inizia anche la vostra scommessa dei panzerotti.
Il mio percorso di studi - racconta ancora Vittoria - è stato molto importante nel progetto. Grazie alla laurea in lingue straniere a Bari sono riuscita ad affrontare la nostra nuova realtà con più sicurezza, poiché capivo la lingua e la cultura anglosassone. E anche oggi trovo utile il mio titolo di studi, poiché ci sono molti clienti francesi e tedeschi. Il master in Internazionalizzazione aziendale con l'ICE mi ha permesso di comprendere il processo d'importazione dei prodotti italiani e facilitare la stesura del nostro Business Plan.
Pasquale ha svolto molti lavori nel corso degli anni, tra cui quello di essere co-proprietario di una caffetteria nella sua città: il caffè, i catering e la gestione del personale sono una garanzia nel nostro locale grazie alla sua esperienza. Nel nostro locale è proprio lui che accoglie tutti con un grande sorriso e disponibilità, ed è anche un bravissimo panificatore.
Perché e come siete capitati proprio a New York?
Il tutto è nato nel 2015, quando tra un viaggio a New York e uno in California, ci siamo innamorati dell'America. Da sempre sognavamo di trasferirci all'estero e aprire un'attività di ristorazione tutta nostra e a New York abbiamo trovato la meta desiderata: una città piena di stimoli, di energia, dove idee particolari diventano realtà e vengono apprezzate; dove ci si sente liberi di credere in se stessi e investire in un progetto personale, e come cantava Frank Sinatra, "se ce la fai a New York, puoi farcela ovunque".
A New York mancava uno street food pugliese e il tutto è convogliato in questa idea della panzerotteria. Abbiamo puntato tutto sul panzerotto: il vero panzerotto barese fritto (o al forno), fatto a mano, con farine pugliesi, ben lievitato, sottile e croccante, con ingredientistica selezionata e importata dall'Italia o meglio ancora dalla Puglia. Brooklyn ci ha accolto con tanto entusiasmo, essendo plasmabile ai nuovi trend ed apprezzando molto la vera cucina italiana. Siamo felici dell'enorme affetto che stiamo riscontrando nel quartiere. Panzerotti Bites si trova al 235 Smith st.
Avete scelto il panzerotto e non la più riconoscibile pizza: il panzerotto è una vostra passione, oppure è stata una scelta pensata a tavolino?
Se avessimo aperto una pizzeria, adesso saremmo milionari. Lo diciamo spesso ironizzando, ma c'è molta verità in questa affermazione. La pizza è l'alimento più consumato negli Stati Uniti ed è facile da vendere, lo conoscono tutti. Invece il panzerotto è un prodotto di nicchia. Lo conoscono in pochi e farlo provare ai nuovi clienti non è semplice. Bisogna far attenzione a non farlo confondere col calzone, o con una empanada. E' indispensabile raccontare da dove viene il panzerotto e cosa significa per i pugliesi. La nostra parola d'ordine è appunto niente compromessi, solo tradizione (abbiamo anche la ricotta squanta).
Ricordo che quando abbiamo avvisato tutti i nostri amici che saremmo andati a New York a "fare i panzerotti" tutti ci dicevano "ma siete matti?!". Un po' di azzardo c'è stato. Non è da tutti lasciare le proprie certezze e puntare tutto su un prodotto sconosciuto dall'altra parte del mondo. Nessuno prima di noi lo aveva fatto, ma ci siamo rimboccati le maniche e ci stiamo riuscendo, un passo alla volta, o meglio un morso alla volta.
Siamo felici quando i nostri clienti ci dicono che ormai, dopo sei anni, preferiscono il panzerotto alla pizza. Affermano che piace a tutti, è perfetto per ogni occasione e quando lo ordinano per delivery, arriva caldo, al contrario della pizza.
Lo amano così tanto che ordinano panzerotti per ogni occasione, anche per i loro matrimoni!
Quanto c'è delle vostre origini pugliesi in questo progetto? C'è qualche ricordo gastronomico che vi lega a Ruvo oppure a Bitonto?
Basta solamente dire la parola "panzerotto" per evocare in ogni barese piacevoli ricordi e sapori di casa. All'estero ci si riunisce spesso per una bella panzerottata e ci si sente subito in famiglia. Queste emozioni sono state le motivazioni che ci hanno spronato a realizzare questo progetto, e lo facciamo con passione ogni giorno.
La ricetta che utilizziamo è quella delle nostre mamme, certamente perfezionata nel tempo. A casa mia viene preparato spesso il panzerotto con tonno e cipolla, e lo si può trovare anche nel nostro menu di Brooklyn. Invece a casa di Pasquale si fanno panzerotti con la ricotta squanta, anch'essa in menu.
Proponete solo panzerotti oppure avete pensato anche ad altri prodotti tipicamente pugliesi?
Abbiamo concentrato gli spazi in cucina per il panzerotto, coniugato in versione Tradizionale (pomodoro e mozzarella o altri gusti), Gourmet (aperto e farcito a freddo), Dolci (con nutella) e Speciali della settimana (con impasti e farciture diverse), tutti fritti o al forno. Serviamo birra e vino, caffè e insalate. Crediamo che proporre il mono prodotto sia una scelta vincente: una cosa sola e fatta bene. In store vendiamo tanti prodotti pugliesi, come i taralli, l'olio extra vergine, le orecchiette, i carciofi sott'olio ecc.
Com'è stato l'approccio con il mercato statunitense?
Al contrario di quanto si possa pensare, aprire una panzerotteria negli States non è semplice e vincente in maniera scontata, perché come detto, qui nessuno conosce il prodotto. Tramite pubblicità, passaparola, impegno e professionalità, siamo riusciti a stimolare la curiosità e l'appetito dei "local" e piano piano stiamo collezionando i risultati del duro e costante lavoro che portiamo avanti sin dal giorno in cui abbiamo aperto Panzerotti Bites, il 7 gennaio 2018 (con tanta neve fuori).
Siamo riusciti ad attirare l'attenzione di molte riviste americane, come il New York Post, AmNewYork e anche il New York Times. Per la stampa italiana è bastato un articolo a livello locale per generare un flusso di interviste e articoli su di noi davvero inaspettati: siamo finiti addirittura su Forbes e su Il Fatto Quotidiano, oltre che su altri giornali nazionali.
Anche su Facebook abbiamo avuto moltissime condivisioni e tantissime persone ci hanno scritto privatamente facendoci un grande in bocca al lupo e mandandoci tanto affetto. Siamo davvero felici per questo "innamoramento" da parte degli italiani e dei pugliesi riguardo alla nostra storia e al nostro prodotto.
Chi mangia il panzerotto negli USA?
I bambini del quartiere ne vanno pazzi. Piace proprio a tutti, persone di ogni età e ogni occasione è perfetta per ordinarne alcuni.
Ci fa molto piacere comunicare con i clienti e coinvolgerli, tramite la cucina a vista, dove tutto è preparato a mano e al momento, perché quando capiscono la qualità e l'impegno che c'è dietro, possiamo affermare di aver portato a termine la nostra missione del giorno.
Avete incontrato altri pugliesi, altre storie simili alla vostra lì negli USA? Cosa ne pensano dei vostri prodotti?
E' molto difficile farcela in questa città: il 50% delle nuove attività chiudono entro l'anno. Senza parlare dell'inflazione e delle tasse della città. Il nostro quartiere Carroll Garden, Brooklyn era abitato tanti anni fa da molti baresi, che poi negli anni si sono distribuiti in altre zone della città. Alcuni son rimasti e vengono spesso a trovarci (c'è anche il club dei molesi sulla strada parallela).
Ci fa piacere nominare i nostri amici della storica Gelateria Gentile di Bari che hanno aperto 3 location di recente, la prima proprio a Brooklyn. Molte altre coppie hanno percorso gli stessi nostri passi, aprendo ristorantini regionali gestiti da loro. Quando ci vediamo a cena con alcuni di loro, è simpatico ritrovarsi a parlare degli stessi aneddoti e disavventure degli italiani all'estero.
Avete avuto fra i vostri clienti a Panzerotti Bites alcune celebrità?
Si è soliti dire che a New York non sai mai accanto a chi sei seduto in metropolitana. È proprio vero. Nel nostro quartiere abitano molti attori e cantanti conosciuti (Matt Damon, Daniel Craig ecc), e capita spesso di incrociarli per strada. Da noi è recentemente venuto Ben McKenzie, protagonista di The OC, Action Bronson –famoso rapper- ci ha invitati al suo programma televisivo, la food and wine critic del New York Times, Florence Fabricant è venuta di persona ad assaggiare i nostri panzerotti, Roberto Saviano, Clio di ClioMakeUp ordinava spesso online da noi, il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano e il presentatore di Elisir su Rai 3, Michele Mirabella. Ad ogni modo ogni cliente è speciale per noi.