Due arresti in provincia di Foggia: imponevano guardiania a imbarcazioni con minacce
In manette un 42enne e un 35enne di Lesina
giovedì 3 marzo 2022
18.13
Due arresti in provincia di Foggia, a Lesina: in manette sono finiti due uomini di 42 e 35 anni: sono accusati di aver imposto con minacce la guardiania alle imbarcazioni della costa. In alcuni casi le consegne sarebbero avvenute in mare aperto. A volte, a chi si opponeva al sistema estorsivo, veniva persino affondata la barca.
Questo è quanto hanno accertato i carabinieri che hanno arrestato e posto ai domiciliari le due persone coinvolte e hanno imposto l'obbligo di firma a un 60enne (padre di uno dei due arrestati) che non è stato ancora rintracciato. I tre indagati sono accusati di estorsione in concorso. I fatti contestati dagli inquirenti riguardano il periodo compreso tra luglio e dicembre 2021.
Secondo ciò che si apprende, gli indagati avrebbero obbligato le vittime ad accettare che uno di loro svolgesse le funzioni di "guardia" dei pescherecci ricevendo in cambio da decine di pescatori del porto di Lesina parte del pescato del giorno. In pescatori, intimoriti dalla possibilità di subire danni alle proprie imbarcazioni, avrebbero consegnato quotidianamente sacchi pieni di vongole o pescato del giorno, per un valore economico di circa 800 euro a settimana.
L'accusa si basa sui filmati delle telecamere installate nel porto. Secondo quanto scritto dagli inquirenti "il timore delle vittime scaturiva dal fatto che, in passato, chi non si era adeguato al sistema 'estorsivo' aveva subito danni alle imbarcazioni. In un una circostanza una barca era stata affondata con un danno quantificabile in oltre 70mila euro"
Questo è quanto hanno accertato i carabinieri che hanno arrestato e posto ai domiciliari le due persone coinvolte e hanno imposto l'obbligo di firma a un 60enne (padre di uno dei due arrestati) che non è stato ancora rintracciato. I tre indagati sono accusati di estorsione in concorso. I fatti contestati dagli inquirenti riguardano il periodo compreso tra luglio e dicembre 2021.
Secondo ciò che si apprende, gli indagati avrebbero obbligato le vittime ad accettare che uno di loro svolgesse le funzioni di "guardia" dei pescherecci ricevendo in cambio da decine di pescatori del porto di Lesina parte del pescato del giorno. In pescatori, intimoriti dalla possibilità di subire danni alle proprie imbarcazioni, avrebbero consegnato quotidianamente sacchi pieni di vongole o pescato del giorno, per un valore economico di circa 800 euro a settimana.
L'accusa si basa sui filmati delle telecamere installate nel porto. Secondo quanto scritto dagli inquirenti "il timore delle vittime scaturiva dal fatto che, in passato, chi non si era adeguato al sistema 'estorsivo' aveva subito danni alle imbarcazioni. In un una circostanza una barca era stata affondata con un danno quantificabile in oltre 70mila euro"