Epifania, in Puglia crollo delle prenotazioni in ristoranti e agriturismi
L'analisi di Coldiretti: solo il 14% a pranzo fuori
giovedì 6 gennaio 2022
12.14
Prenotazioni in caduta libera anche per l'Epifania 2022 per la brusca impennata dei contagi che ha tagliato le vacanze e le uscite fuori casa per l'intero periodo delle festività di Natale e fine anno, con la spesa dei pugliesi in bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi che risulta pari a circa 4,5 miliardi di euro, in calo di oltre 1,5 miliardi rispetto a prima della pandemia nel 2019, nonostante l'aumento rispetto allo scorso anno.
Questo è quanto emerge da un'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base delle segnalazioni di Terranostra Puglia, associazione agrituristica dell'organizzazione agricola, che segna un bilancio fortemente negativo anche delle prenotazioni per l'Epifania, che tutte le feste si porta via, a chiusura del periodo delle feste segnato da un andamento da profondo rosso nel settore dell'agriturismo e della ristorazione che si trasferisce a cascata anche sulle aziende fornitrici di prodotti agricoli e alimentari.
"Mancano le prenotazioni negli agriturismi per il pranzo della Befana, con un ponte che sarebbe stato molto favorevole per gite fuori porta e pernottamenti anche brevi. Le strutture stanno decidendo di non aprire per evitare pesanti costi di gestione come personale, energia e riscaldamento", afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.
Il recupero che si è verificato rispetto allo scorso anno per effetto soprattutto dei buoni risultati estivi non è stato purtroppo mantenuto negli altri periodi. Solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti Puglia – di festeggiare il Capodanno fuori al ristorante, in trattorie e agriturismi che hanno sofferto anche per le disdette last minute negli alloggi con percentuali che secondo Terranostra hanno superato anche il 60% costringendo molte strutture a chiudere. Gli agriturismi – sottolinea la Coldiretti regionale – spesso situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse secondo Campagna Amica i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
"Vanno rifinanziate le misure nazionali, ma anche quelle regionali per sostenere le attività della ristorazione e dell'agriturismo che hanno subito l'ennesimo duro colpo dopo un 2020 da dimenticare", aggiunge De Miccolis. Si registra, intanto, il boom delle consegne a domicilio favorito dal crescente numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori. Una balzo tuttavia del tutto insufficiente a coprire le perdite.
La situazione di difficoltà non coinvolge solo le 20mila realtà della ristorazione della Puglia ma – continua la Coldiretti regionale – si fa sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini soprattutto nelle località turistiche per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Il risultato è che sono mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione per un valore di circa 300 milioni rispetto a prima della pandemia che – conclude la Coldiretti Puglia – colpiscono ben 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all'operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un impegno quotidiano senza sosta.
Questo è quanto emerge da un'analisi di Coldiretti Puglia, sulla base delle segnalazioni di Terranostra Puglia, associazione agrituristica dell'organizzazione agricola, che segna un bilancio fortemente negativo anche delle prenotazioni per l'Epifania, che tutte le feste si porta via, a chiusura del periodo delle feste segnato da un andamento da profondo rosso nel settore dell'agriturismo e della ristorazione che si trasferisce a cascata anche sulle aziende fornitrici di prodotti agricoli e alimentari.
"Mancano le prenotazioni negli agriturismi per il pranzo della Befana, con un ponte che sarebbe stato molto favorevole per gite fuori porta e pernottamenti anche brevi. Le strutture stanno decidendo di non aprire per evitare pesanti costi di gestione come personale, energia e riscaldamento", afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia.
Il recupero che si è verificato rispetto allo scorso anno per effetto soprattutto dei buoni risultati estivi non è stato purtroppo mantenuto negli altri periodi. Solo il 14% dei cittadini ha deciso – rileva la Coldiretti Puglia – di festeggiare il Capodanno fuori al ristorante, in trattorie e agriturismi che hanno sofferto anche per le disdette last minute negli alloggi con percentuali che secondo Terranostra hanno superato anche il 60% costringendo molte strutture a chiudere. Gli agriturismi – sottolinea la Coldiretti regionale – spesso situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse secondo Campagna Amica i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.
"Vanno rifinanziate le misure nazionali, ma anche quelle regionali per sostenere le attività della ristorazione e dell'agriturismo che hanno subito l'ennesimo duro colpo dopo un 2020 da dimenticare", aggiunge De Miccolis. Si registra, intanto, il boom delle consegne a domicilio favorito dal crescente numero di italiani in isolamento o in quarantena, senza dimenticare quanti organizzano pranzi e cene nelle case perché non dispongono di green pass rafforzato necessario per mangiare fuori. Una balzo tuttavia del tutto insufficiente a coprire le perdite.
La situazione di difficoltà non coinvolge solo le 20mila realtà della ristorazione della Puglia ma – continua la Coldiretti regionale – si fa sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini soprattutto nelle località turistiche per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Il risultato è che sono mancati acquisti in cibi e bevande da parte della ristorazione per un valore di circa 300 milioni rispetto a prima della pandemia che – conclude la Coldiretti Puglia – colpiscono ben 100mila aziende agricole e stalle, più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all'operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un impegno quotidiano senza sosta.