I vertici della Regione Puglia a San Vito dei Normanni per i 30 anni dell'associazione antiracket
Incontro nella città in provincia di Brindisi. Presente Emiliano
venerdì 8 aprile 2022
18.59
"Per la legalità. Insieme si può!": San Vito dei Normanni celebra i 30 anni dell'associazione antiracket ACIAS e ricorda una battaglia vinta grazie a una comunità che si è unita intorno alla magistratura, alle forze dell'ordine, al sindaco e alle istituzioni contro la mafia. In quegli anni Michele Emiliano si occupava da magistrato antimafia proprio delle indagini sul racket estorsivo che affliggeva la città.
Questa mattina il presidente della Regione Puglia ha partecipato a San Vito dei Normanni (Br) nella sede "Tex, il Teatro dell'ExFadda", all'evento "Per la legalità. Insieme si può!" organizzato dal Comune nel trentennale della nascita dell'associazione antiracket all'ACIAS - Associazione di commercianti, imprenditori e artigiani sanvitesi. Trent'anni fa la comunità di San Vito dei Normanni reagiva al racket che minacciava, taglieggiava e bersagliava commercianti e imprenditori, intraprendendo una vera e propria battaglia di civiltà condotta all'insegna della cultura della legalità.
"Trent'anni fa qui c'è stato un grande sindaco donna, Rosa Stanisci: un giorno venne in Procura a Brindisi, era una furia, perché scoppiavano bombe tutti i giorni e pretendeva che noi intervenissimo – ha ricordato Emiliano -. A San Vito dei Normanni e in altre città vicine, come San Pietro Vernotico e Torchiarolo, le imprese erano sottoposte a estorsioni perché la Sacra Corona Unita stava entrando nel business delle sigarette e quindi aveva bisogno di capitali da investire. Proprio Tano Grasso suggerì di costituire un'associazione antiracket. Oggi ricorre quell'anniversario, ma la sera in cui l'associazione fu presentata, alla presenza del procuratore della Repubblica Giordano, che ricordo con immenso affetto, del vescovo e della Provincia tutta, si accompagna a un duro episodio: quella notte furono fatte esplodere due bombe in una scuola, con una chiara minaccia da parte della mafia come a dire 'se provate ad opporvi a tutto questo noi toccheremo i bambini'. Bisognava rispondere con fermezza per far capire che avevano esagerato. Quella notte io l'ho passata con la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia perché facemmo centinaia di perquisizioni in un'operazione di rastrellamento che portò anche all'individuazione di esplosivi. Fu un'operazione di polizia messa su in pochissime ore che dette un risultato molto importante anche perché il nostro avversario capì che facevamo sul serio e da quel giorno non scoppiò più una bomba".
I ricordi del presidente Emiliano riportano alla determinazione di giovani magistrati e ai colleghi delle forze dell'ordine dell'epoca che collaborarono con altrettanta passione, come l'appuntato che raccoglieva dichiarazioni nei barbieri, gli agenti e i carabinieri impegnati a trascrivere confessioni su taccuini nella forma di relazioni di servizio da far poi sottoscrivere a chi sino a quel momento non aveva avuto il coraggio di farlo. "Quella era l'epoca in cui si era convinti che questa gente era più forte di noi – continua l'ex magistrato Emiliano parlando dell'omertà che si registrava a quei tempi -. E così avemmo l'idea di far deporre i soggetti estorti non davanti all'autorità giudiziaria ma durante un'assemblea dell'ACIAS, in cui ciascuno raccontava la sua storia e ognuno dei presenti diventava testimone della storia del collega; quindi come facevano poi a minacciare i singoli? Fu una grande avventura che ci ha insegnato tanto, che ha restituito vitalità all'economia di questa città e credibilità alla Puglia intera, perché dopo trent'anni possiamo dimostrare cosa siamo diventati".
Questa mattina il presidente della Regione Puglia ha partecipato a San Vito dei Normanni (Br) nella sede "Tex, il Teatro dell'ExFadda", all'evento "Per la legalità. Insieme si può!" organizzato dal Comune nel trentennale della nascita dell'associazione antiracket all'ACIAS - Associazione di commercianti, imprenditori e artigiani sanvitesi. Trent'anni fa la comunità di San Vito dei Normanni reagiva al racket che minacciava, taglieggiava e bersagliava commercianti e imprenditori, intraprendendo una vera e propria battaglia di civiltà condotta all'insegna della cultura della legalità.
"Trent'anni fa qui c'è stato un grande sindaco donna, Rosa Stanisci: un giorno venne in Procura a Brindisi, era una furia, perché scoppiavano bombe tutti i giorni e pretendeva che noi intervenissimo – ha ricordato Emiliano -. A San Vito dei Normanni e in altre città vicine, come San Pietro Vernotico e Torchiarolo, le imprese erano sottoposte a estorsioni perché la Sacra Corona Unita stava entrando nel business delle sigarette e quindi aveva bisogno di capitali da investire. Proprio Tano Grasso suggerì di costituire un'associazione antiracket. Oggi ricorre quell'anniversario, ma la sera in cui l'associazione fu presentata, alla presenza del procuratore della Repubblica Giordano, che ricordo con immenso affetto, del vescovo e della Provincia tutta, si accompagna a un duro episodio: quella notte furono fatte esplodere due bombe in una scuola, con una chiara minaccia da parte della mafia come a dire 'se provate ad opporvi a tutto questo noi toccheremo i bambini'. Bisognava rispondere con fermezza per far capire che avevano esagerato. Quella notte io l'ho passata con la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia perché facemmo centinaia di perquisizioni in un'operazione di rastrellamento che portò anche all'individuazione di esplosivi. Fu un'operazione di polizia messa su in pochissime ore che dette un risultato molto importante anche perché il nostro avversario capì che facevamo sul serio e da quel giorno non scoppiò più una bomba".
I ricordi del presidente Emiliano riportano alla determinazione di giovani magistrati e ai colleghi delle forze dell'ordine dell'epoca che collaborarono con altrettanta passione, come l'appuntato che raccoglieva dichiarazioni nei barbieri, gli agenti e i carabinieri impegnati a trascrivere confessioni su taccuini nella forma di relazioni di servizio da far poi sottoscrivere a chi sino a quel momento non aveva avuto il coraggio di farlo. "Quella era l'epoca in cui si era convinti che questa gente era più forte di noi – continua l'ex magistrato Emiliano parlando dell'omertà che si registrava a quei tempi -. E così avemmo l'idea di far deporre i soggetti estorti non davanti all'autorità giudiziaria ma durante un'assemblea dell'ACIAS, in cui ciascuno raccontava la sua storia e ognuno dei presenti diventava testimone della storia del collega; quindi come facevano poi a minacciare i singoli? Fu una grande avventura che ci ha insegnato tanto, che ha restituito vitalità all'economia di questa città e credibilità alla Puglia intera, perché dopo trent'anni possiamo dimostrare cosa siamo diventati".