Il cuore oltre sfortuna e imprecisione. Bari, ora manca l’ultimo passo per la Serie A
I galletti firmano un’altra impresa pareggiando contro il Cagliari. Traguardo in vista, serve l’aiuto di tutti
venerdì 9 giugno 2023
11.37
Sono i playoff delle imprese. Il conto ne registra già due: dopo l'epica sfida contro il Sudtirol, la monumentale prova in casa del Cagliari. È un Bari tutto cuore quello che si sta giocando gli spareggi promozione, arrivando in vista del traguardo grosso, il salto in Serie A.
E, d'altra parte, non si può fare a meno di squadernare il registro degli aggettivi più altisonanti per descrivere quello che i biancorossi combinano alla Unipol Domus. Unico rimpianto: la prima mezz'ora di gioco. La squadra di Mignani, al cospetto di un Cagliari sulla carta fortissimo, approccia la sfida con un po' troppo timore, davanti all'impeto della squadra di Ranieri. Certo, sul groppone pesa anche l'assenza più grande di tutte: capitan Di Cesare dà forfait nel riscaldamento, e con lui viene meno la colonna su cui si poggiano solidità difensiva e morale.
Il risultato è palese: già al 9' i rossoblù vanno avanti con lo spietato Lapadula, che raccoglie il cross di Mancosu, semina Zuzek, si beve la marcatura leggera di Dorval e deposita in rete. Quando, poi, Deiola stampa la traversa di testa e l'arbitro Mariani annulla la doppietta di Lapadula per fuorigioco sembra già chiaro il copione: sarà un assolo dei sardi.
Ma l'errore più grande che un avversario possa commettere incrociando i guantoni con questo Bari è sottovalutare la squadra di Mignani. I biancorossi reagiscono oltre ogni difficoltà, serrano i ranghi, stringono i denti e vanno avanti con la forza di un cuore grande così. Vicari e Zuzek si compattano ed eclissano Lapadula, il diesel Dorval prende le misure a Luvumbo e gli mette la camicia di forza, il centrocampo con fosforo, pazienza e qualità risponde colpo su colpo ai dirimpettai (comandati da Nandez, non l'ultimo arrivato).
Grinta e coraggio, ma anche qualità e nervi saldi: il Bari, alla distanza, tira fuori la sua migliore prestazione stagionale, nella partita che conta di più, trascinato dalla fantasia e dalla visione panoramica di Esposito, faro della manovra offensiva. Peccato, davvero peccato, per un mirino fuori fase e una dose esagerata di sfortuna: Zuzek si divora un colpo di testa a botta sicura, Cheddira se ne mangia un altro paio di quelli succulenti. È la serata no per l'attaccante biancorosso, che forse sente anche il peso della responsabilità e soffre il lungo digiuno di goal; il rigore al 39' è calciato davvero troppo male per essere vero, anche se vanno riconosciuti i meriti di Radunovic che, con un colpo di reni, impedisce la ribattuta dell'italo-marocchino con la porta spalancata.
CONTINUA A LEGGERE SU BARIVIVA.
E, d'altra parte, non si può fare a meno di squadernare il registro degli aggettivi più altisonanti per descrivere quello che i biancorossi combinano alla Unipol Domus. Unico rimpianto: la prima mezz'ora di gioco. La squadra di Mignani, al cospetto di un Cagliari sulla carta fortissimo, approccia la sfida con un po' troppo timore, davanti all'impeto della squadra di Ranieri. Certo, sul groppone pesa anche l'assenza più grande di tutte: capitan Di Cesare dà forfait nel riscaldamento, e con lui viene meno la colonna su cui si poggiano solidità difensiva e morale.
Il risultato è palese: già al 9' i rossoblù vanno avanti con lo spietato Lapadula, che raccoglie il cross di Mancosu, semina Zuzek, si beve la marcatura leggera di Dorval e deposita in rete. Quando, poi, Deiola stampa la traversa di testa e l'arbitro Mariani annulla la doppietta di Lapadula per fuorigioco sembra già chiaro il copione: sarà un assolo dei sardi.
Ma l'errore più grande che un avversario possa commettere incrociando i guantoni con questo Bari è sottovalutare la squadra di Mignani. I biancorossi reagiscono oltre ogni difficoltà, serrano i ranghi, stringono i denti e vanno avanti con la forza di un cuore grande così. Vicari e Zuzek si compattano ed eclissano Lapadula, il diesel Dorval prende le misure a Luvumbo e gli mette la camicia di forza, il centrocampo con fosforo, pazienza e qualità risponde colpo su colpo ai dirimpettai (comandati da Nandez, non l'ultimo arrivato).
Grinta e coraggio, ma anche qualità e nervi saldi: il Bari, alla distanza, tira fuori la sua migliore prestazione stagionale, nella partita che conta di più, trascinato dalla fantasia e dalla visione panoramica di Esposito, faro della manovra offensiva. Peccato, davvero peccato, per un mirino fuori fase e una dose esagerata di sfortuna: Zuzek si divora un colpo di testa a botta sicura, Cheddira se ne mangia un altro paio di quelli succulenti. È la serata no per l'attaccante biancorosso, che forse sente anche il peso della responsabilità e soffre il lungo digiuno di goal; il rigore al 39' è calciato davvero troppo male per essere vero, anche se vanno riconosciuti i meriti di Radunovic che, con un colpo di reni, impedisce la ribattuta dell'italo-marocchino con la porta spalancata.
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