«È insostenibile mantenere invariato quel tetto di spesa»
Potito Salatto, presidente Aiop Puglia, contesta il mancato adeguamento delle soglie di mobilità attiva per le cure ospedaliere da parte della Regione
giovedì 18 novembre 2021
14.00
Stop alle prestazioni sanitarie nei confronti di pazienti provenienti da altre regioni. La scelta compiuta - e annunciata nei giorni scorsi - dalla direzione dell'ospedale "Miulli" di Acquaviva delle Fonti, seppur dolorosa, è stata pienamente sostenuta dall'Aris (associazione religiosa istituti socio-sanitari) oltre a suscitare reazioni di vario tipo.
L'ultima presa di posizione in ordine di tempo è quella registrata dall'Aiop, associazione italiana ospedalità privata, guidata in Puglia dal dottor Potito Salato. «Condividiamo il grido di dolore lanciato dall'Aris, che abbiamo peraltro sollevato e portato all'attenzione del governo regionale in più occasioni. La decisione assunta dal management dell'ospedale "Miulli" di Acquaviva delle Fonti certifica ciò che invano stiamo ripetendo da ormai troppo tempo, senza ottenere risposte» ha affermato.
«La sospensione delle prestazioni extra-regionali dell'ospedale religioso evidenzia la gravità di decisioni che penalizzano in primo luogo i pazienti ed il diritto alla salute di cittadini che sono nostri vicini.
Mi si permetta un paragone improprio: mentre la Polonia, nell'indignazione generale, si rifiuta di farsi carico della solidarietà nei confronti dei profughi che chiedono di poter entrare in Europa, in Italia si nega il diritto alla libertà di cura di cittadini che vivono a pochi chilometri dalla Puglia» ha evidenziato.
«A questo proposito è opportuno ricordare come la nostra Costituzione, all'articolo 32, affermi la libertà di scelta rispetto alle cure sanitarie, prescindendo dalla residenza del paziente. Cioè quel principio universalistico che in questo modo viene calpestato. Soprattutto in un momento in cui i postumi della pandemia hanno generato liste d'attesa insostenibili; l'emergenza Covid ha imposto la sospensione di oltre un milione di ricoveri e centinaia di migliaia di prestazioni diagnostiche che spesso fanno la differenza per la vita dei pazienti» è quanto osservato dal presidente regionale Aiop.
«È insostenibile continuare a lasciare invariato, in un frangente così delicato, il tetto per la mobilità attiva, privando dell'assistenza sanitaria i cittadini delle regioni più vicine che scelgono di curarsi nelle strutture della Puglia.
Tanto più che le cifre relative alla mobilità passiva pugliese continuano ad essere elevatissime. Producendo un saldo negativo che solo nel 2018, addirittura prima dell'emergenza pandemica, si è attestato intorno ai 211 milioni di euro.
Un'emergenza che non ha modificato l'impostazione politica della Regione Puglia, che continua ad avere come riferimento un impianto legislativo e normativo pre-emergenziale, non tenendo presenti le conseguenze per i cittadini» ha concluso Potito Salato.
L'ultima presa di posizione in ordine di tempo è quella registrata dall'Aiop, associazione italiana ospedalità privata, guidata in Puglia dal dottor Potito Salato. «Condividiamo il grido di dolore lanciato dall'Aris, che abbiamo peraltro sollevato e portato all'attenzione del governo regionale in più occasioni. La decisione assunta dal management dell'ospedale "Miulli" di Acquaviva delle Fonti certifica ciò che invano stiamo ripetendo da ormai troppo tempo, senza ottenere risposte» ha affermato.
«La sospensione delle prestazioni extra-regionali dell'ospedale religioso evidenzia la gravità di decisioni che penalizzano in primo luogo i pazienti ed il diritto alla salute di cittadini che sono nostri vicini.
Mi si permetta un paragone improprio: mentre la Polonia, nell'indignazione generale, si rifiuta di farsi carico della solidarietà nei confronti dei profughi che chiedono di poter entrare in Europa, in Italia si nega il diritto alla libertà di cura di cittadini che vivono a pochi chilometri dalla Puglia» ha evidenziato.
«A questo proposito è opportuno ricordare come la nostra Costituzione, all'articolo 32, affermi la libertà di scelta rispetto alle cure sanitarie, prescindendo dalla residenza del paziente. Cioè quel principio universalistico che in questo modo viene calpestato. Soprattutto in un momento in cui i postumi della pandemia hanno generato liste d'attesa insostenibili; l'emergenza Covid ha imposto la sospensione di oltre un milione di ricoveri e centinaia di migliaia di prestazioni diagnostiche che spesso fanno la differenza per la vita dei pazienti» è quanto osservato dal presidente regionale Aiop.
«È insostenibile continuare a lasciare invariato, in un frangente così delicato, il tetto per la mobilità attiva, privando dell'assistenza sanitaria i cittadini delle regioni più vicine che scelgono di curarsi nelle strutture della Puglia.
Tanto più che le cifre relative alla mobilità passiva pugliese continuano ad essere elevatissime. Producendo un saldo negativo che solo nel 2018, addirittura prima dell'emergenza pandemica, si è attestato intorno ai 211 milioni di euro.
Un'emergenza che non ha modificato l'impostazione politica della Regione Puglia, che continua ad avere come riferimento un impianto legislativo e normativo pre-emergenziale, non tenendo presenti le conseguenze per i cittadini» ha concluso Potito Salato.