Locorotondo celebra il proprio santo patrono: è festa in Valle d'Itria
Un evento devozionale e folkloristico che attira decine di migliaia di visitatori
venerdì 16 agosto 2024
16.47
Il 16 agosto di ogni anno si celebra la festa patronale a Locorotondo, un evento devozionale e folkloristico che attira decine di migliaia di visitatori che si assiepano tra le campagne e i bianchi vicoli di Locorotondo, Martina Franca e Cisternino.
Vale la pena immaginarlo, il piccolo paese di Locorotondo, nel cuore della Valle d'Itria, splendido balcone con vista sulle vigne, imbevuto di sacro e calura, quando la notte di Ferragosto resta sveglio per celebrare "a Diène". Ovvero, la Diana, il tradizionale percorso notturno che parte alle primissime ore del giorno, in onore del santo patrono, San Rocco.
Ci si sveglia presto per "battere la Diana", come recita l'espressione locale, e avvolgere i caratteristici tetti appuntiti delle "cummerse", le abitazioni tipiche della parte più antica del paese, con questa dolce cantilena. Una lenta "matinata", una sorta di serenata al Santo, intonata da quasi cent'anni, composta, secondo gli storici, dal musicista locorotondese Vincenzo Calella, nato nel 1829, che mise insieme una melodia "andante e sostenuta", desideroso che i suoi concittadini iniziassero la giornata con buonumore.
A San Rocco si attribuisce la liberazione di Locorotondo dalla peste nel 1690 ma anche decine di numerose grazie ricevute dal popolo Locorotondese invocando l'intercessione del Pellegrino di Montpellier. La festa di San Rocco, celebrata in piena estate, con il ritorno di residenti ed emigranti, oltre al normale flusso turistico che arriva in Valle d'Itria, a fare di questa ricorrenza un appuntamento imperdibile, atteso e preparato per settimane da tutta la cittadinanza insieme al Comitato Feste. Un tempo, infatti, la festa segnava un momento di riposo, quasi un conforto e una ricompensa per i contadini quando, finite le semine estive, ci si concedeva una pausa prima dell'inizio del lavoro autunnale. Alla melodia dolce della vigilia, segue il fragore robusto e colorato dei maestri artificieri che si contendono la vittoria della sagra pirotecnica della Valle d'Itria tra il 16 e 17 agosto. Una competizione che coinvolge rinomati maestri fuochisti, fiori all'occhiello dell'arte pirotecnica meridionale.
Ma San Rocco si festeggia anche a tavola con il banchetto ricolmo di sontuose e prelibate pietanze, tra cui le "gnumerèdde suffuchète" e l'agnellone al fornello, specialità della Valle d'Itria, terra di maestri della carne al fornello: ma è "triddo", la specialità propria della festa che invitiamo tutti i visitatori a venire ad assaggiare in
questi giorni di festa per Locorotondo, ma un po' per tutta la Valle d'Itria.
Vale la pena immaginarlo, il piccolo paese di Locorotondo, nel cuore della Valle d'Itria, splendido balcone con vista sulle vigne, imbevuto di sacro e calura, quando la notte di Ferragosto resta sveglio per celebrare "a Diène". Ovvero, la Diana, il tradizionale percorso notturno che parte alle primissime ore del giorno, in onore del santo patrono, San Rocco.
Ci si sveglia presto per "battere la Diana", come recita l'espressione locale, e avvolgere i caratteristici tetti appuntiti delle "cummerse", le abitazioni tipiche della parte più antica del paese, con questa dolce cantilena. Una lenta "matinata", una sorta di serenata al Santo, intonata da quasi cent'anni, composta, secondo gli storici, dal musicista locorotondese Vincenzo Calella, nato nel 1829, che mise insieme una melodia "andante e sostenuta", desideroso che i suoi concittadini iniziassero la giornata con buonumore.
A San Rocco si attribuisce la liberazione di Locorotondo dalla peste nel 1690 ma anche decine di numerose grazie ricevute dal popolo Locorotondese invocando l'intercessione del Pellegrino di Montpellier. La festa di San Rocco, celebrata in piena estate, con il ritorno di residenti ed emigranti, oltre al normale flusso turistico che arriva in Valle d'Itria, a fare di questa ricorrenza un appuntamento imperdibile, atteso e preparato per settimane da tutta la cittadinanza insieme al Comitato Feste. Un tempo, infatti, la festa segnava un momento di riposo, quasi un conforto e una ricompensa per i contadini quando, finite le semine estive, ci si concedeva una pausa prima dell'inizio del lavoro autunnale. Alla melodia dolce della vigilia, segue il fragore robusto e colorato dei maestri artificieri che si contendono la vittoria della sagra pirotecnica della Valle d'Itria tra il 16 e 17 agosto. Una competizione che coinvolge rinomati maestri fuochisti, fiori all'occhiello dell'arte pirotecnica meridionale.
Ma San Rocco si festeggia anche a tavola con il banchetto ricolmo di sontuose e prelibate pietanze, tra cui le "gnumerèdde suffuchète" e l'agnellone al fornello, specialità della Valle d'Itria, terra di maestri della carne al fornello: ma è "triddo", la specialità propria della festa che invitiamo tutti i visitatori a venire ad assaggiare in
questi giorni di festa per Locorotondo, ma un po' per tutta la Valle d'Itria.