Maxi frode previdenziale e assistenziale: sgominato sodalizio criminale a Cerignola
Sono scattate venti misure cautelari a carico di imprenditori, professionisti e funzionari pubblici
giovedì 14 marzo 2024
13.26
I finanzieri della Compagnia di Cerignola e del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Foggia hanno eseguito venti misure cautelari a carico di altrettanti indagati, per le ipotesi di reato di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni pubbliche, favoreggiamento all'immigrazione clandestina, riciclaggio, peculato, falso in atto pubblico, contraffazione di sigilli e traffico di influenze illecite. Eseguiti anche sequestri per oltre 5 milioni di euro.
I filoni di indagine dell'operazione coordinata dalla Procura di Foggia sono due: il primo è attinente ad una ingente truffa previdenziale e assistenziale, con centinaia di falsi braccianti agricoli e sussidi indebitamente percepiti per diversi milioni di euro; il secondo invece teso a favorire, dietro pagamento di somme di denaro, l'ingresso nel territorio nazionale di extracomunitari mediante fittizie assunzioni lavorative.
In particolare, nel primo capitolo d'indagine è stato individuato quello che viene ritenuto essere un articolato sodalizio criminale, con struttura piramidale e ripartizione dei ruoli, avente base a Cerignola e che avrebbe perpetrato per anni una frode previdenziale ed assistenziale milionaria.
Attraverso quattro società "fantasma" operanti nel settore agricolo sarebbero stati assunti nel corso del tempo n. 647 falsi braccianti agricoli per poi richiedere e percepire indebitamente indennità previdenziali ed assistenziali: disoccupazione agricola, assegni nucleo familiare, malattia e maternità etc. per oltre 2 milioni di €.
I finanzieri, a seguito di una segnalazione dell'I.N.P.S. scaturita da un'ispezione, hanno documentato l'inattendibilità e la non rispondenza al vero delle dichiarazioni rese dai lavoratori, i quali, come è risultato dall'attività investigativa, venivano preliminarmente istruiti su cosa rispondere in caso di controllo.
Sono quindi state avviate approfondite indagini che, mediante acquisizioni documentali, attività di osservazione, pedinamento e perquisizioni, hanno permesso di individuare un imprenditore del basso tavoliere (D.A.) ritenuto essere al centro della maxifrode (e destinatario di custodia cautelare in carcere).
Grazie alla collaborazione attiva di un consulente fiscale e del lavoro (P.M.), destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari, sarebbero state create imprese agricole "fantasma", cioè esistenti soltanto sulla "carta", predisponendo uno schermo documentale per far apparire che tutto fosse in ordine in caso di controllo.
Il consulente si sarebbe occupato di tutti gli aspetti della gestione contabile ed amministrativa delle società interessate, dalla predisposizione delle fatture false atte a dimostrarne l'operatività all'invio delle certificazioni uniche lavorative dei falsi braccianti.
I filoni di indagine dell'operazione coordinata dalla Procura di Foggia sono due: il primo è attinente ad una ingente truffa previdenziale e assistenziale, con centinaia di falsi braccianti agricoli e sussidi indebitamente percepiti per diversi milioni di euro; il secondo invece teso a favorire, dietro pagamento di somme di denaro, l'ingresso nel territorio nazionale di extracomunitari mediante fittizie assunzioni lavorative.
In particolare, nel primo capitolo d'indagine è stato individuato quello che viene ritenuto essere un articolato sodalizio criminale, con struttura piramidale e ripartizione dei ruoli, avente base a Cerignola e che avrebbe perpetrato per anni una frode previdenziale ed assistenziale milionaria.
Attraverso quattro società "fantasma" operanti nel settore agricolo sarebbero stati assunti nel corso del tempo n. 647 falsi braccianti agricoli per poi richiedere e percepire indebitamente indennità previdenziali ed assistenziali: disoccupazione agricola, assegni nucleo familiare, malattia e maternità etc. per oltre 2 milioni di €.
I finanzieri, a seguito di una segnalazione dell'I.N.P.S. scaturita da un'ispezione, hanno documentato l'inattendibilità e la non rispondenza al vero delle dichiarazioni rese dai lavoratori, i quali, come è risultato dall'attività investigativa, venivano preliminarmente istruiti su cosa rispondere in caso di controllo.
Sono quindi state avviate approfondite indagini che, mediante acquisizioni documentali, attività di osservazione, pedinamento e perquisizioni, hanno permesso di individuare un imprenditore del basso tavoliere (D.A.) ritenuto essere al centro della maxifrode (e destinatario di custodia cautelare in carcere).
Grazie alla collaborazione attiva di un consulente fiscale e del lavoro (P.M.), destinatario di misura cautelare agli arresti domiciliari, sarebbero state create imprese agricole "fantasma", cioè esistenti soltanto sulla "carta", predisponendo uno schermo documentale per far apparire che tutto fosse in ordine in caso di controllo.
Il consulente si sarebbe occupato di tutti gli aspetti della gestione contabile ed amministrativa delle società interessate, dalla predisposizione delle fatture false atte a dimostrarne l'operatività all'invio delle certificazioni uniche lavorative dei falsi braccianti.