È morto Mikail Gorbaciov, aveva sognato pace e libertà e amava tanto la Puglia
Perestroika e Glasnost negli anni 90 erano diventate parole sulla bocca di tutti: ma le ricordiamo davvero?
mercoledì 31 agosto 2022
15.52
Perchè ricordiamo anche qui, in una testata locale, la morte di un uomo che ha segnato il 900 mondiale? Forse perchè amava tanto la nostra regione, nella quale aveva trascorso periodi di ristoro e riposo estivo con la sua famiglia e dalla quale aveva ricevuto anche la cittadinanza onoraria (dal comune di Calimera, nel Salento).
Ma forse e soprattutto perché, a un passo dalle prossime elezioni, farebbe bene a tutti ricordare l'impegno, il coraggio, l'ampiezza di vedute di un uomo che era stato capace di scardinare muri inviolabili come la cortina di ferro che oscurava dalla vecchia Russia il mondo intero. Forse perché quelle parole che erano sulla bocca di tutti, Perestroika e Glasnost, andrebbero insegnate a scuola oggi ai bambini, ai giovani, ricordate noi adulti, perché la politica è quella che si fa nei palazzi del potere ma è quella che nasce nei nuclei anche piccoli delle comunità cittadine, e ancor prima nella coscienza dei singoli cittadini.
La prima delle due parole, Perestroika, voleva dire "ristrutturazione" e fu da lui introdotta, saggiamente, a piccoli passi, per farne assaporare pian piano il valore alle comunità quasi assuefatte a regimi totalitari: con Gorbaciov diventò un piano per riformare il comunismo e farne un sistema socialdemocratico ma era anche un metodo per indicare, appunto alla coscienza della gente, la necessità di un progresso nel futuro fatto di libertà nel reciproco rispetto, tolleranza, civiltà. E quella glasnost, che alla lettera significa trasparenza, diventò sinonimo di libertà di espressione, libertà di stampa, libertà di pensiero che oggi fa quasi nostalgia ricordare per il valore che aveva, oggi che ci sembra di poter dire tutto in un sistema che si chiama social ma che è stracarico di censure, processi anche a non volute intenzioni e al dilagare di fake news, che di quella libertà hanno fatto scempio.
Gorby, come lo chiamavamo affettuosamente può aver avuto sostenitori o detrattori, specie in una Russia che oggi fa la guerra all'Ucraina e che solo poche ore dopo la diffusione in tutto il Mondo ne ha dato la notizia ufficialmente. Ma quel Nobel per la Pace è uno dei più preziosi elargiti negli ultimi decenni. E quell'impegno che ne costituiva la motivazione merita sicuramente un omaggio e un ricordo.
Ma forse e soprattutto perché, a un passo dalle prossime elezioni, farebbe bene a tutti ricordare l'impegno, il coraggio, l'ampiezza di vedute di un uomo che era stato capace di scardinare muri inviolabili come la cortina di ferro che oscurava dalla vecchia Russia il mondo intero. Forse perché quelle parole che erano sulla bocca di tutti, Perestroika e Glasnost, andrebbero insegnate a scuola oggi ai bambini, ai giovani, ricordate noi adulti, perché la politica è quella che si fa nei palazzi del potere ma è quella che nasce nei nuclei anche piccoli delle comunità cittadine, e ancor prima nella coscienza dei singoli cittadini.
La prima delle due parole, Perestroika, voleva dire "ristrutturazione" e fu da lui introdotta, saggiamente, a piccoli passi, per farne assaporare pian piano il valore alle comunità quasi assuefatte a regimi totalitari: con Gorbaciov diventò un piano per riformare il comunismo e farne un sistema socialdemocratico ma era anche un metodo per indicare, appunto alla coscienza della gente, la necessità di un progresso nel futuro fatto di libertà nel reciproco rispetto, tolleranza, civiltà. E quella glasnost, che alla lettera significa trasparenza, diventò sinonimo di libertà di espressione, libertà di stampa, libertà di pensiero che oggi fa quasi nostalgia ricordare per il valore che aveva, oggi che ci sembra di poter dire tutto in un sistema che si chiama social ma che è stracarico di censure, processi anche a non volute intenzioni e al dilagare di fake news, che di quella libertà hanno fatto scempio.
Gorby, come lo chiamavamo affettuosamente può aver avuto sostenitori o detrattori, specie in una Russia che oggi fa la guerra all'Ucraina e che solo poche ore dopo la diffusione in tutto il Mondo ne ha dato la notizia ufficialmente. Ma quel Nobel per la Pace è uno dei più preziosi elargiti negli ultimi decenni. E quell'impegno che ne costituiva la motivazione merita sicuramente un omaggio e un ricordo.