Nuove scoperte archeologiche dell'UniSalento nella colonia romana di Aquinum
Tredicesima campagna di scavi nel sito in provincia di Frosinone
martedì 5 ottobre 2021
19.01
Nuove scoperte archeologiche dell'Università del Salento nella colonia romana di Aquinum, nel territorio comunale di Castrocielo in provincia di Frosinone. Nel corso della tredicesima campagna di scavi, diretta da Giuseppe Ceraudo e Veronica Ferrari del Dipartimento di Beni Culturali, sono stati aperti tre saggi di scavo nel settore a Nord del Balneum di Marcus Veccius (Terme Vecciane): ne sono emersi i resti dell'atrio di una grande domus con il pavimento in massetto cementizio e decorazione musiva a losanghe, di una monumentale sala dalla particolare forma circolare all'interno di un viridarium (giardino) di un'altra grande domus, e i resti perfettamente conservati di uno dei principali assi stradali urbani, un decumano parallelo alla via Latina e agli altri due decumani già portati alla luce nelle campagne precedenti (via del Teatro e via delle Terme). L'asse stradale, nominato via delle Domus, è caratterizzato da un'insolita ampiezza della carreggiata, che in questo caso raggiunge i sette metri di larghezza ed è interamente lastricata con enormi basoli di calcare bianco.
Le indagini, su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina, sono state condotte in collaborazione con docenti e ricercatori dell'Università di Ghent (Belgio) e, nonostante le restrizioni dovute al Covid, hanno visto la partecipazione di oltre 60 studenti provenienti in gran parte dall'Università del Salento ma anche da altre università italiane e straniere.
«Questi nuovi interventi sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione aerea, mediante l'utilizzo di droni con sensori diversi (ottico, termico, multispettrale, Lidar), accompagnata da campagne di prospezioni geofisiche», spiega il professor Giuseppe Ceraudo, «Le prospezioni mostravano nitidamente in traccia la presenza di numerose strutture sepolte, riconosciute come i resti di grandi domus. Si tratta infatti dei quartieri residenziali della colonia romana, di una vasta area interessata da tre insulae (isolati) che contenevano ricche e sontuose abitazioni private appartenute all'élite aquinate. La nostra è un'attività di ricerca di punta nel campo dell'individuazione non invasiva dei beni sepolti del nostro Patrimonio: attraverso il puntuale riscontro con lo scavo archeologico, costituisce la conferma della bontà del metodo applicato. Inoltre tutto quello portato alla luce in questa campagna di scavi costituisce una scoperta fondamentale per la ricostruzione e per la definizione dell'impianto urbano della grande città romana, estesa oltre cento ettari, la megale polis di Aquinum, così come - in maniera appropriata - viene citata da Strabone. La prosecuzione delle ricerche potrà servire da volano per una migliore conoscenza e tutela del sito, anche in previsione della valorizzazione strategica dell'area, che il Comune di Castrocielo ha iniziato ad attuare ormai da oltre un decennio».
Per il lavoro archeologico ultradecennale ad Aquinum, nei giorni scorsi è stata attribuita al professor Giuseppe Ceraudo la cittadinanza onoraria di Castrocielo per mano del sindaco Filippo Materiale: la cerimonia in occasione della presentazione al pubblico dei risultati della campagna di scavo. Si legge nella motivazione: "Per aver portato alla ribalta nazionale e internazionale il nome di Castrocielo e di Aquinum attraverso gli studi condotti sull'antica colonia romana, per la passione e la competenza con cui ha indagato e continua a indagare all'interno dell'area archeologica. Il riconoscimento è legato all'impegno profuso dal professor Ceraudo, che ha favorito la riscoperta della "grande" città romana attraverso la programmazione e la direzione di sistematiche campagne di scavo; queste, fin dal 2009, hanno consentito di portare alla luce resti di importanti edifici pubblici come le Terme Vecciane, il Teatro romano e il grande complesso porticato nei pressi del Foro e oggetti di notevole valore e di rara bellezza, su tutti, la testa marmorea del cosiddetto Cesare di Aquinum. Il Comune si onora di averlo sempre sostenuto nella instancabile opera finalizzata a scoprire, preservare e promuovere i resti di un passato glorioso, cui tutti ci sentiamo particolarmente legati".
Le indagini, su concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina, sono state condotte in collaborazione con docenti e ricercatori dell'Università di Ghent (Belgio) e, nonostante le restrizioni dovute al Covid, hanno visto la partecipazione di oltre 60 studenti provenienti in gran parte dall'Università del Salento ma anche da altre università italiane e straniere.
«Questi nuovi interventi sono la conseguenza diretta di una costante e intensa attività di ricognizione aerea, mediante l'utilizzo di droni con sensori diversi (ottico, termico, multispettrale, Lidar), accompagnata da campagne di prospezioni geofisiche», spiega il professor Giuseppe Ceraudo, «Le prospezioni mostravano nitidamente in traccia la presenza di numerose strutture sepolte, riconosciute come i resti di grandi domus. Si tratta infatti dei quartieri residenziali della colonia romana, di una vasta area interessata da tre insulae (isolati) che contenevano ricche e sontuose abitazioni private appartenute all'élite aquinate. La nostra è un'attività di ricerca di punta nel campo dell'individuazione non invasiva dei beni sepolti del nostro Patrimonio: attraverso il puntuale riscontro con lo scavo archeologico, costituisce la conferma della bontà del metodo applicato. Inoltre tutto quello portato alla luce in questa campagna di scavi costituisce una scoperta fondamentale per la ricostruzione e per la definizione dell'impianto urbano della grande città romana, estesa oltre cento ettari, la megale polis di Aquinum, così come - in maniera appropriata - viene citata da Strabone. La prosecuzione delle ricerche potrà servire da volano per una migliore conoscenza e tutela del sito, anche in previsione della valorizzazione strategica dell'area, che il Comune di Castrocielo ha iniziato ad attuare ormai da oltre un decennio».
Per il lavoro archeologico ultradecennale ad Aquinum, nei giorni scorsi è stata attribuita al professor Giuseppe Ceraudo la cittadinanza onoraria di Castrocielo per mano del sindaco Filippo Materiale: la cerimonia in occasione della presentazione al pubblico dei risultati della campagna di scavo. Si legge nella motivazione: "Per aver portato alla ribalta nazionale e internazionale il nome di Castrocielo e di Aquinum attraverso gli studi condotti sull'antica colonia romana, per la passione e la competenza con cui ha indagato e continua a indagare all'interno dell'area archeologica. Il riconoscimento è legato all'impegno profuso dal professor Ceraudo, che ha favorito la riscoperta della "grande" città romana attraverso la programmazione e la direzione di sistematiche campagne di scavo; queste, fin dal 2009, hanno consentito di portare alla luce resti di importanti edifici pubblici come le Terme Vecciane, il Teatro romano e il grande complesso porticato nei pressi del Foro e oggetti di notevole valore e di rara bellezza, su tutti, la testa marmorea del cosiddetto Cesare di Aquinum. Il Comune si onora di averlo sempre sostenuto nella instancabile opera finalizzata a scoprire, preservare e promuovere i resti di un passato glorioso, cui tutti ci sentiamo particolarmente legati".