Omicidio della 50enne di Molfetta a Treviso: si ricostruiscono le ultime ore prima del delitto
Al momento ci sono dei sospettati ma nessun indagato né un movente
sabato 6 luglio 2024
17.30
Iniziano a trapelare i primi dettagli dal fascicolo d'inchiesta aperto per l'omicidio di Vincenza Saracino, 50enne originaria di Molfetta e rinvenuta senza vita nel pomeriggio di mercoledì in un casolare alla periferia di Treviso. Il nucleo investigativo dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Giovanni Valmassoi, sta mettendo insieme i pezzi di un puzzle ancora complesso e che fanno del delitto un vero e proprio giallo.
Degli aggiornamenti provengono dal Corriere del Veneto che ha seguito da vicino la vicenda a partire dalla macabra scoperta: nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita della donna, si è partiti ricostruendo la sua vita privata, considerando anche quanto riferito ai carabinieri dal marito, Fabio Stefanato, titolare insieme al fratello, del sexy shop «De Sade» in cui la moglie lavorava. Al momento ci sono dei sospettati, la cui identità non è stata resa nota ma nessun indagato: si procede, quindi, contro ignoti. Manca, tra l'altro, anche un movente credibile per l'efferato omicidio.
Si attende l'esito dell'autopsia che sarà conferita e svolta nei prossimi giorni dall'istituto di medicina legale di Padova. La donna è stata uccisa con due fendenti, uno al collo e una mandibola, e potrebbe essere morta dissanguata e per soffocamento. Sul resto del corpo il medico legale non ha riscontrato altri segni di violenza, né segni di difesa da parte della 50enne che dunque potrebbe essere stata colta di sorpresa, freddata come in una sorta di esecuzione. Sono stati sequestrati e saranno esaminati, a caccia di impronte o tracce biologiche, tutti gli oggetti che si trovavano vicini al cadavere, lasciato proprio all'ingresso del vialetto della costruzione, nascosto dalla strada: la borsa della spesa, il cellulare, la borsetta con i suoi effetti personali, la bici della donna che il killer aveva gettato in una siepe, da cui spuntava solo un cavalletto, notato da una pattuglia dei carabinieri che ne ha poi rinvenuto il corpo. Attraverso le telecamere, pubbliche e private, gli inquirenti stanno ricostruendo infine il tragitto percorso dalla 50enne martedì scorso.
Alle ore 17.15 Vincenza Saracino, da tutti definita come molto abitudinaria, è uscita dal sexy shop di via Gagliazzo a Preganziol, dove lavora come commessa e si è diretta in bici al supermercato Iperlando, in via Europa, dove alle 17.30 ha fatto una piccola spesa, tra cui una bottiglia di vino. Dopo aver percorso via Baratta nuova e via Baratta vecchia si è fermata, intorno alle 18, alla trattoria «La Perla» di via Bacchina, in località Settecomuni, e ha acquistato un pacchetto di sigarette, delle Marlboro light consegnate direttamente dal titolare, Vittorio. Vincenza ha proseguito in direzione di casa che si trova in via Vicinale di San Vitale ma poche decine di metri prima ha svoltato a sinistra, in via Maleviste, raggiungendo l'ex officina diroccata in cui è stata uccisa. Alle 19, non vedendo la moglie rincasare, il marito ha rifatto a ritroso il tragitto: prima si è fermato alla trattoria La Perla e poi al bar che si trova adiacente all'Iperlando. Nella serata, poi, Fabio Stefanato ha presentato ai carabinieri una denuncia di scomparsa.
Degli aggiornamenti provengono dal Corriere del Veneto che ha seguito da vicino la vicenda a partire dalla macabra scoperta: nel tentativo di ricostruire le ultime ore di vita della donna, si è partiti ricostruendo la sua vita privata, considerando anche quanto riferito ai carabinieri dal marito, Fabio Stefanato, titolare insieme al fratello, del sexy shop «De Sade» in cui la moglie lavorava. Al momento ci sono dei sospettati, la cui identità non è stata resa nota ma nessun indagato: si procede, quindi, contro ignoti. Manca, tra l'altro, anche un movente credibile per l'efferato omicidio.
Si attende l'esito dell'autopsia che sarà conferita e svolta nei prossimi giorni dall'istituto di medicina legale di Padova. La donna è stata uccisa con due fendenti, uno al collo e una mandibola, e potrebbe essere morta dissanguata e per soffocamento. Sul resto del corpo il medico legale non ha riscontrato altri segni di violenza, né segni di difesa da parte della 50enne che dunque potrebbe essere stata colta di sorpresa, freddata come in una sorta di esecuzione. Sono stati sequestrati e saranno esaminati, a caccia di impronte o tracce biologiche, tutti gli oggetti che si trovavano vicini al cadavere, lasciato proprio all'ingresso del vialetto della costruzione, nascosto dalla strada: la borsa della spesa, il cellulare, la borsetta con i suoi effetti personali, la bici della donna che il killer aveva gettato in una siepe, da cui spuntava solo un cavalletto, notato da una pattuglia dei carabinieri che ne ha poi rinvenuto il corpo. Attraverso le telecamere, pubbliche e private, gli inquirenti stanno ricostruendo infine il tragitto percorso dalla 50enne martedì scorso.
Alle ore 17.15 Vincenza Saracino, da tutti definita come molto abitudinaria, è uscita dal sexy shop di via Gagliazzo a Preganziol, dove lavora come commessa e si è diretta in bici al supermercato Iperlando, in via Europa, dove alle 17.30 ha fatto una piccola spesa, tra cui una bottiglia di vino. Dopo aver percorso via Baratta nuova e via Baratta vecchia si è fermata, intorno alle 18, alla trattoria «La Perla» di via Bacchina, in località Settecomuni, e ha acquistato un pacchetto di sigarette, delle Marlboro light consegnate direttamente dal titolare, Vittorio. Vincenza ha proseguito in direzione di casa che si trova in via Vicinale di San Vitale ma poche decine di metri prima ha svoltato a sinistra, in via Maleviste, raggiungendo l'ex officina diroccata in cui è stata uccisa. Alle 19, non vedendo la moglie rincasare, il marito ha rifatto a ritroso il tragitto: prima si è fermato alla trattoria La Perla e poi al bar che si trova adiacente all'Iperlando. Nella serata, poi, Fabio Stefanato ha presentato ai carabinieri una denuncia di scomparsa.