Politica in Puglia, come la storia del piccolo Paolo ha scombussolato la Giunta Emiliano
Lopalco: «Quando la politica entra a gamba tesa nella prescrizione di un farmaco, secondo scienza e coscienza può fare solo danni»
venerdì 12 novembre 2021
15.06
Il terremoto nella Giunta Emiliano in Puglia, che ha portato ieri Lopalco, assessore di punta della compagine del secondo mandato del Governatore, a dimettersi si intreccia a doppio filo con la storia di un bambino, il piccolo Paolo di Valenzano, affetto da Sma di tipo 1.
Ma andiamo con ordine, e iniziamo dal principio. Ovvero dal caso di Melissa, bambina di Monopoli, anch'essa affetta da Sma di tipo 1, e i cui genitori iniziano ormai più di un anno fa, una lotta affinché le venga somministrato quello che da più parti è definito un farmaco miracoloso per casi come il suo, il Zolgensma. Un farmaco che ha un costo proibitivo (due milioni di euro) e che al momento risulta ancora un fase di sperimentazione, e che viene somministrato in bambini più piccoli di Melissa, in quanto al momento gli studi parlano di benefici solo in determinati casi legati appunto anche all'età del bambino. Melissa, però, grazie alle donazioni delle persone che prendono a cuore il suo caso, vola all'estero dove il farmaco le viene somministrato. E stando a quanto raccontano i genitori, Melissa sembrerebbe aver tratto beneficio dalla terapia, al punto che i miglioramenti sono visibili.
Sulla scia della storia di Melissa, arriva all'attenzione della stampa prima e della politica poi, anche la storia del piccolo Paolo di Valenzano. Per lui si inizia una lotta per permettere che gli venga somministrato il farmaco in Italia. Negli ultimi giorni, il pressing si fa più forte. Il tutto dopo che Aifa ha autorizzato l'utilizzo, ma non approvato che il costo del farmaco venga addossato al sistema sanitario nazionale, e un medico si è dichiarato disposto a prescriverlo al bambino. E qui nascono gli attriti tra il politico Emiliano e lo scienziato Lopalco. E quest'ultimo, dopo i diversi rumors e le indiscrezioni sui motivi del suo addio circolati ieri, ha voluto mettere i puntini sulle i attraverso un lunghissimo post social.
«Zolgensma è un farmaco innovativo da poco introdotto sul mercato - sottolinea l'ex assessore - che ha dimostrato di essere efficace solo nelle fasi iniziali della malattia. Alla notizia della esistenza di un nuovo farmaco che potrebbe cambiare le speranze di vita dei propri figli, diverse famiglie hanno chiesto di avere accesso al farmaco, anche se non rientravano nelle indicazioni d'uso. Per due di queste famiglie pugliesi si era aperta la possibilità di volare presso un ospedale americano che avrebbe acconsentito alla somministrazione del farmaco. Io stesso ho partecipato ad una audizione in Consiglio Regionale a cui i colleghi americani hanno pazientemente accettato di partecipare. Nell'ospedale, al momento dell'audizione, erano stati trattati cinque bambini con quelle caratteristiche. Fra questi, nessun bambino americano, ma tutti provenienti dall'estero e finanziati con collette fatte sui social, visto che nessun governo rimborsa il farmaco a quelle condizioni. Alla mia domanda ai medici americani se avessero pubblicato i dati sugli effetti del farmaco in quei bambini, la risposta è stata NO. Alla mia domanda se avessero osservato miglioramenti, la loro risposta è stata NO. Solo in un bambino avevano registrato lievi miglioramenti ma solo riferiti dai genitori e non oggettivizzati da dati clinici».
«A prescindere dalla possibilità di somministrare il farmaco all'estero - aggiunge - gli uffici della Regione Puglia hanno comunque esplorato la possibilità di somministrare il farmaco in Italia. È stata infatti inviata al Ministero della Salute ed ad AIFA una richiesta di chiarimenti in tal senso. La risposta di AIFA è stata chiarissima. Il Comitato Tecnico Scientifico ha dichiarato testualmente "un eventuale utilizzo di Zolgensma in pazienti affetti da SMA1 con tracheostomia è da considerarsi compatibile con l'indicazione autorizzata dall' EMA, tuttavia, tenuto conto che i benefici attesi dalla suddetta terapia genica nei pazienti affetti da SMA1 con tracheostomia sono considerati pressoché assenti, e a fronte di rischi crescenti nei soggetti con malattia avanzata, la Commissione Tecnico Scientifica dell'Agenzia ha ritenuto che non vi siano le condizioni per l'ammissione alla rimborsabilità da parte del SSN". Il rapporto rischio/beneficio è dunque assente. Questo è il nodo della faccenda».
«Tutta questa vicenda è molto triste e, purtroppo, già vista (STAMINA docet) - conclude Lopalco - Il complesso sistema della regolamentazione di farmaci non è, come afferma qualcuno, un impiccio burocratico, ma è l'unico sistema che possa tutelare il cittadino dall'abuso di terapie inutili o dannose. Quando la politica entra a gamba tesa nella prescrizione di un farmaco al di fuori delle sue indicazioni secondo scienza e coscienza può fare solo danni. Incrinare il sistema di regole che sostiene le terapie basate sulle evidenze scientifiche significa minare alla base la fiducia nell'intero servizio sanitario nazionale».
Ma andiamo con ordine, e iniziamo dal principio. Ovvero dal caso di Melissa, bambina di Monopoli, anch'essa affetta da Sma di tipo 1, e i cui genitori iniziano ormai più di un anno fa, una lotta affinché le venga somministrato quello che da più parti è definito un farmaco miracoloso per casi come il suo, il Zolgensma. Un farmaco che ha un costo proibitivo (due milioni di euro) e che al momento risulta ancora un fase di sperimentazione, e che viene somministrato in bambini più piccoli di Melissa, in quanto al momento gli studi parlano di benefici solo in determinati casi legati appunto anche all'età del bambino. Melissa, però, grazie alle donazioni delle persone che prendono a cuore il suo caso, vola all'estero dove il farmaco le viene somministrato. E stando a quanto raccontano i genitori, Melissa sembrerebbe aver tratto beneficio dalla terapia, al punto che i miglioramenti sono visibili.
Sulla scia della storia di Melissa, arriva all'attenzione della stampa prima e della politica poi, anche la storia del piccolo Paolo di Valenzano. Per lui si inizia una lotta per permettere che gli venga somministrato il farmaco in Italia. Negli ultimi giorni, il pressing si fa più forte. Il tutto dopo che Aifa ha autorizzato l'utilizzo, ma non approvato che il costo del farmaco venga addossato al sistema sanitario nazionale, e un medico si è dichiarato disposto a prescriverlo al bambino. E qui nascono gli attriti tra il politico Emiliano e lo scienziato Lopalco. E quest'ultimo, dopo i diversi rumors e le indiscrezioni sui motivi del suo addio circolati ieri, ha voluto mettere i puntini sulle i attraverso un lunghissimo post social.
«Zolgensma è un farmaco innovativo da poco introdotto sul mercato - sottolinea l'ex assessore - che ha dimostrato di essere efficace solo nelle fasi iniziali della malattia. Alla notizia della esistenza di un nuovo farmaco che potrebbe cambiare le speranze di vita dei propri figli, diverse famiglie hanno chiesto di avere accesso al farmaco, anche se non rientravano nelle indicazioni d'uso. Per due di queste famiglie pugliesi si era aperta la possibilità di volare presso un ospedale americano che avrebbe acconsentito alla somministrazione del farmaco. Io stesso ho partecipato ad una audizione in Consiglio Regionale a cui i colleghi americani hanno pazientemente accettato di partecipare. Nell'ospedale, al momento dell'audizione, erano stati trattati cinque bambini con quelle caratteristiche. Fra questi, nessun bambino americano, ma tutti provenienti dall'estero e finanziati con collette fatte sui social, visto che nessun governo rimborsa il farmaco a quelle condizioni. Alla mia domanda ai medici americani se avessero pubblicato i dati sugli effetti del farmaco in quei bambini, la risposta è stata NO. Alla mia domanda se avessero osservato miglioramenti, la loro risposta è stata NO. Solo in un bambino avevano registrato lievi miglioramenti ma solo riferiti dai genitori e non oggettivizzati da dati clinici».
«A prescindere dalla possibilità di somministrare il farmaco all'estero - aggiunge - gli uffici della Regione Puglia hanno comunque esplorato la possibilità di somministrare il farmaco in Italia. È stata infatti inviata al Ministero della Salute ed ad AIFA una richiesta di chiarimenti in tal senso. La risposta di AIFA è stata chiarissima. Il Comitato Tecnico Scientifico ha dichiarato testualmente "un eventuale utilizzo di Zolgensma in pazienti affetti da SMA1 con tracheostomia è da considerarsi compatibile con l'indicazione autorizzata dall' EMA, tuttavia, tenuto conto che i benefici attesi dalla suddetta terapia genica nei pazienti affetti da SMA1 con tracheostomia sono considerati pressoché assenti, e a fronte di rischi crescenti nei soggetti con malattia avanzata, la Commissione Tecnico Scientifica dell'Agenzia ha ritenuto che non vi siano le condizioni per l'ammissione alla rimborsabilità da parte del SSN". Il rapporto rischio/beneficio è dunque assente. Questo è il nodo della faccenda».
«Tutta questa vicenda è molto triste e, purtroppo, già vista (STAMINA docet) - conclude Lopalco - Il complesso sistema della regolamentazione di farmaci non è, come afferma qualcuno, un impiccio burocratico, ma è l'unico sistema che possa tutelare il cittadino dall'abuso di terapie inutili o dannose. Quando la politica entra a gamba tesa nella prescrizione di un farmaco al di fuori delle sue indicazioni secondo scienza e coscienza può fare solo danni. Incrinare il sistema di regole che sostiene le terapie basate sulle evidenze scientifiche significa minare alla base la fiducia nell'intero servizio sanitario nazionale».