Recuperato il teschio dalla grave degli Appestati. Le analisi ne racconteranno la storia
Il reperto sarebbe risalente a diversi secoli fa
martedì 11 gennaio 2022
17.27
È stato recuperato questa mattina dai tecnici della soprintendenza ai beni culturali di Lecce il teschio, scoperto per puro caso lo scorso 10 dicembre all'interno della grave degli Appestati di Fasano, nel brindisino, a 50 metri di profondità.
La scoperta è avvenuta durante le riprese di un documentario sulle cavità carsiche pugliesi.
A portare in superficie il cranio sono stati i volontario del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico e gli antropologi Roberto Rotondo, Cristina Ancona ed Elena Dellù. Quest'ultima esaminerà il reperto, giacché da un primo esame visivo non è stato possibile accertare l'età, il sesso e l'epoca di appartenenza del cranio che comunque sarebbe risalente a diversi secoli fa.
Accanto al teschio, semisommerso nel terriccio nella parte più profonda della grotta, non sono state trovate altre ossa. Difficile dare spiegazioni su come sia finito in fondo alla grave. Potrebbe essere rotolato, già scheletrito, dalla ripida china di pietre che lo sovrastava, oppure portato in quel punto da qualche animale sopravvissuto alla caduta nella grave. Tutte le ipotesi restano per ora aperte e sono al vaglio dell'antropologa Elena Dellù.
L'assistenza tecnica per la discesa nella grave è stata prestata dagli speleologi del Soccorso Alpino di Castellana, guidati da Gianni Grassi. Tutta l'operazione si è svolta sotto la supervisione dei carabinieri della Compagnia di Fasano delegati dal sostituto procuratore di Brindisi Montinaro.
La scoperta è avvenuta durante le riprese di un documentario sulle cavità carsiche pugliesi.
A portare in superficie il cranio sono stati i volontario del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico e gli antropologi Roberto Rotondo, Cristina Ancona ed Elena Dellù. Quest'ultima esaminerà il reperto, giacché da un primo esame visivo non è stato possibile accertare l'età, il sesso e l'epoca di appartenenza del cranio che comunque sarebbe risalente a diversi secoli fa.
Accanto al teschio, semisommerso nel terriccio nella parte più profonda della grotta, non sono state trovate altre ossa. Difficile dare spiegazioni su come sia finito in fondo alla grave. Potrebbe essere rotolato, già scheletrito, dalla ripida china di pietre che lo sovrastava, oppure portato in quel punto da qualche animale sopravvissuto alla caduta nella grave. Tutte le ipotesi restano per ora aperte e sono al vaglio dell'antropologa Elena Dellù.
L'assistenza tecnica per la discesa nella grave è stata prestata dagli speleologi del Soccorso Alpino di Castellana, guidati da Gianni Grassi. Tutta l'operazione si è svolta sotto la supervisione dei carabinieri della Compagnia di Fasano delegati dal sostituto procuratore di Brindisi Montinaro.