Sospettato di abusi su una bambina: 36enne si toglie la vita a Terlizzi
I Carabinieri lo stavano cercando perché accusato di aver violentato la nipotina
giovedì 9 maggio 2024
10.12
La presunta violenza sessuale verso una bambina. L'ipotesi del suicidio perché braccato dai Carabinieri, dopo la denuncia della piccola e l'iscrizione nel registro degli indagati. È una storia finita in tragedia, quella che i militari stanno provando a chiarire a Terlizzi, dopo aver trovato, in pieno centro, il cadavere di un 36enne.
Lo stavano cercando per interrogarlo dopo che nella notte fra sabato e domenica la bimba era stata accompagnata all'ospedale Umberto I di Corato per un caso di presunta violenza. Di lì il trasporto all'ospedale Giovanni XXIII di Bari dove è scattato il protocollo Giada (Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati), che prevede un percorso di protezione del minore vittima di violenza con vari medici e psicologi, oltre ad una corsia preferenziale per gli accertamenti.
Saranno, appunto, i medici a ricostruire cosa ha effettivamente subito la piccola. Non solo. Dovranno anche comprendere se in precedenza abbia subito altri atti di violenza. La denuncia dei genitori ha permesso di attivare la procedura e le indagini, che avrebbero portato presto alla richiesta di una misura cautelare. Ed è proprio l'accusa infamante e le voci che si sono rincorse nel centro ad aver potuto, probabilmente, ipotizzano gli investigatori, spinto il 36enne a togliersi la vita.
Un'ipotesi, appunto. Anche se si sono diffuse voci di persone che avrebbero voluto fare giustizia sommaria. Accuse che dovranno essere comunque dimostrate e che se non confermate, potrebbero aver indotto alla morte una persona estranea ai fatti. La bambina di 8 anni, intanto, è al sicuro, seguita da un'equipe medica.
Lo stavano cercando per interrogarlo dopo che nella notte fra sabato e domenica la bimba era stata accompagnata all'ospedale Umberto I di Corato per un caso di presunta violenza. Di lì il trasporto all'ospedale Giovanni XXIII di Bari dove è scattato il protocollo Giada (Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati), che prevede un percorso di protezione del minore vittima di violenza con vari medici e psicologi, oltre ad una corsia preferenziale per gli accertamenti.
Saranno, appunto, i medici a ricostruire cosa ha effettivamente subito la piccola. Non solo. Dovranno anche comprendere se in precedenza abbia subito altri atti di violenza. La denuncia dei genitori ha permesso di attivare la procedura e le indagini, che avrebbero portato presto alla richiesta di una misura cautelare. Ed è proprio l'accusa infamante e le voci che si sono rincorse nel centro ad aver potuto, probabilmente, ipotizzano gli investigatori, spinto il 36enne a togliersi la vita.
Un'ipotesi, appunto. Anche se si sono diffuse voci di persone che avrebbero voluto fare giustizia sommaria. Accuse che dovranno essere comunque dimostrate e che se non confermate, potrebbero aver indotto alla morte una persona estranea ai fatti. La bambina di 8 anni, intanto, è al sicuro, seguita da un'equipe medica.