Trani, dalle 50 alle 100 euro per saltare liste d'attesa. La denuncia partita da un poliziotto
Accolte le dimissioni del dottor Nemore, dall'1 febbraio sarà in pensione
domenica 28 gennaio 2024
10.25
50 euro per esami più semplici e 100 per Tac o risonanze magnetiche. Sono queste le cifre richieste dal dirigente dell'ambulatorio di Radiologia del Pta, il dottor Francesco Nemore ora indagato con la sua segretaria Cosima Abbattista di concussione e peculato e attualmente agli arresti domiciliari. Nei giorni scorsi sono stati sentiti dagli agenti del Commissariato come persone informate sui fatti anche il direttore generale Tiziana Di Matteo e il direttore sanitario Sandro Scelsi. Davanti al Gip Nemore e Abbattista si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Secondo quanto emerso dalle indagini il sistema messo in atto dal dirigente e la sua segretaria di fiducia era ben consolidato: i pazienti pagavano prima il ticket al Cup e a seconda poi dell'urgenza del caso sborsavano le suddette cifre per saltare le liste d'attesa. Parenti e amici avrebbero persino ricevuto prestazioni gratuite.
L'inchiesta sarebbe partita da una denuncia di un poliziotto di Andria che si sarebbe recato all'ambulatorio di Trani come comune cittadino per effettuare una radiografia. Dopo aver pagato regolarmente il ticket, il dottore Nemore gli avrebbe fatto una richiesta di denaro spiegandogli che però non avrebbe potuto emettere fattura. Già a novembre scorso c'era stata una prima acquisizione dei documenti da parte degli agenti: in quell'occasione, avendo avuto il sentore che fosse stata avviata un'inchiesta, il dottor Nemore avrebbe cercato di disfarsi di prove documentali contattando persino i pazienti a cui avrebbe chiesto somme in denaro. Il tutto però è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.
Il giorno dopo l'arresto, Nemore ha presentato le dimissioni accolte dall'azienda ospedaliera e dall'1 febbraio sarà ufficialmente in pensione.
Nel fascicolo aperto della Procura, lo ricordiamo, c'è un terzo indagato per il quale non sarebbe stata emessa nessuna misura.
Secondo quanto emerso dalle indagini il sistema messo in atto dal dirigente e la sua segretaria di fiducia era ben consolidato: i pazienti pagavano prima il ticket al Cup e a seconda poi dell'urgenza del caso sborsavano le suddette cifre per saltare le liste d'attesa. Parenti e amici avrebbero persino ricevuto prestazioni gratuite.
L'inchiesta sarebbe partita da una denuncia di un poliziotto di Andria che si sarebbe recato all'ambulatorio di Trani come comune cittadino per effettuare una radiografia. Dopo aver pagato regolarmente il ticket, il dottore Nemore gli avrebbe fatto una richiesta di denaro spiegandogli che però non avrebbe potuto emettere fattura. Già a novembre scorso c'era stata una prima acquisizione dei documenti da parte degli agenti: in quell'occasione, avendo avuto il sentore che fosse stata avviata un'inchiesta, il dottor Nemore avrebbe cercato di disfarsi di prove documentali contattando persino i pazienti a cui avrebbe chiesto somme in denaro. Il tutto però è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza.
Il giorno dopo l'arresto, Nemore ha presentato le dimissioni accolte dall'azienda ospedaliera e dall'1 febbraio sarà ufficialmente in pensione.
Nel fascicolo aperto della Procura, lo ricordiamo, c'è un terzo indagato per il quale non sarebbe stata emessa nessuna misura.