Trent'anni dalla strage di Capaci. Il ricordo di Michele Emiliano
Il presidente della Regione Puglia: «La memoria va praticata nell'impegno quotidiano»
lunedì 23 maggio 2022
14.41
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si è unito al ricordo della strage di Capaci a trent'anni dal tragico evento che ha segnato la storia d'Italia.
"Il 23 maggio in Puglia ha una particolare importanza perché nella strage di Capaci con Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Vito Schifani hanno perso la vita anche due pugliesi, gli agenti della scorta Antonio Montinaro e Rocco Dicillo" ha scritto sui social il Governatore regionale.
"Da quel giorno un Paese intero si è riconosciuto dalla parte giusta. L'Antimafia sociale nasce in Italia proprio da un'intuizione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Erano entrambi consapevoli che non era sufficiente fare solo processi per sconfiggere la mafia, ma occorreva altro. Occorreva informare, ragionare e costruire una coscienza collettiva. E noi questo stiamo facendo come Regione Puglia: abbiamo approvato in Giunta il progetto "Storie di antimafia di Puglia" realizzato insieme alla Fondazione Stefano Fumarulo".
"Vogliamo far conoscere a più persone possibili tutte le storie esemplari che incarnano la parola legalità: quelle delle vittime innocenti di mafia che racchiudono una forza capace di generare consapevolezza, insieme a quelle di chi, con i propri gesti e il proprio contributo, costituisce un esempio virtuoso. La memoria va praticata come impegno quotidiano e ci deve unire nell'esempio che queste persone straordinarie ci hanno lasciato".
"Il 23 maggio in Puglia ha una particolare importanza perché nella strage di Capaci con Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Vito Schifani hanno perso la vita anche due pugliesi, gli agenti della scorta Antonio Montinaro e Rocco Dicillo" ha scritto sui social il Governatore regionale.
"Da quel giorno un Paese intero si è riconosciuto dalla parte giusta. L'Antimafia sociale nasce in Italia proprio da un'intuizione di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Erano entrambi consapevoli che non era sufficiente fare solo processi per sconfiggere la mafia, ma occorreva altro. Occorreva informare, ragionare e costruire una coscienza collettiva. E noi questo stiamo facendo come Regione Puglia: abbiamo approvato in Giunta il progetto "Storie di antimafia di Puglia" realizzato insieme alla Fondazione Stefano Fumarulo".
"Vogliamo far conoscere a più persone possibili tutte le storie esemplari che incarnano la parola legalità: quelle delle vittime innocenti di mafia che racchiudono una forza capace di generare consapevolezza, insieme a quelle di chi, con i propri gesti e il proprio contributo, costituisce un esempio virtuoso. La memoria va praticata come impegno quotidiano e ci deve unire nell'esempio che queste persone straordinarie ci hanno lasciato".