Ucraina, l'emergenza umanitaria coinvolge anche la Puglia
Massima attenzione alla tutela dei bambini ucraini
venerdì 11 marzo 2022
11.24
L'escalation di violenze del conflitto in Ucraina ha innescato un drastico aumento dei bisogni umanitari: oltre due milioni di persone sono già fuggite nei paesi confinanti, dove sono al lavoro numerose organizzazioni umanitarie. «Siamo di fronte al più grande esodo di rifugiati in Europa degli ultimi decenni - scrivono i referenti di ActionAid - e altri milioni potrebbero presto aggiungersi nelle prossime settimane. A tutte loro va garantita protezione e accesso al sostegno umanitario. In Italia, con il progetto SWEET – Supporting Women in Emergency with Environnement of Trust ActionAid è attiva a Napoli, Corigliano-Rossano (CS), Ginosa (TA) e Grottaglie (TA), territori dove già operiamo in stretto contatto con comunità provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia.
In Italia, con oltre 235.000 presenze, quella ucraina è la quinta cittadinanza per numerosità. In Puglia in particolare la comunità ucraina è la quinta più rappresentata: sono stabilmente residenti 2.791 cittadini ucraini, di cui 2.173 sono donne. «L'esodo a cui stiamo assistendo riguarda in gran parte donne e madri con bambini in condizioni di vulnerabilità a cui va tutta la nostra attenzione e sostegno. Con il nostro intervento in Campania, Calabria e Puglia vogliamo sostenerle nel ricostruirsi un equilibrio e una nuova normalità» dichiara Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale ActionAid Italia.
A causa di questa emergenza umanitaria, occorre in particolare tenere molto alta l'attenzione sui diritti dei bambini. «Ciò che sta accadendo in Ucraina in questi giorni ci lascia tutti attoniti e sconvolti. Le relazioni dell'Italia con l'Ucraina sono di lunga data per ciò che riguarda le adozioni internazionali e i soggiorni solidaristici. In Italia, infatti, vivono uomini e donne nati in Ucraina e adottati da famiglie italiane che hanno ormai più di 30 anni» questa la nota diffusa da CARE - Coordinamento delle Associazioni Familiari adottive e affidatarie in Rete.
«Subito dopo i primi bombardamenti si è diffusa fra numerose organizzazioni una attivazione umanitaria di grande rilievo, sia proponendo la raccolta e l'invio di beni di prima necessità, sia proponendo progetti di ospitalità dei profughi che stanno arrivando. Alcune di queste azioni umanitarie sono dirette alla accoglienza di bambini "orfani" provenienti dagli istituti ucraini e su questo aspetto, in particolare, vogliamo chiedere attenzione.
In Italia, con oltre 235.000 presenze, quella ucraina è la quinta cittadinanza per numerosità. In Puglia in particolare la comunità ucraina è la quinta più rappresentata: sono stabilmente residenti 2.791 cittadini ucraini, di cui 2.173 sono donne. «L'esodo a cui stiamo assistendo riguarda in gran parte donne e madri con bambini in condizioni di vulnerabilità a cui va tutta la nostra attenzione e sostegno. Con il nostro intervento in Campania, Calabria e Puglia vogliamo sostenerle nel ricostruirsi un equilibrio e una nuova normalità» dichiara Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale ActionAid Italia.
A causa di questa emergenza umanitaria, occorre in particolare tenere molto alta l'attenzione sui diritti dei bambini. «Ciò che sta accadendo in Ucraina in questi giorni ci lascia tutti attoniti e sconvolti. Le relazioni dell'Italia con l'Ucraina sono di lunga data per ciò che riguarda le adozioni internazionali e i soggiorni solidaristici. In Italia, infatti, vivono uomini e donne nati in Ucraina e adottati da famiglie italiane che hanno ormai più di 30 anni» questa la nota diffusa da CARE - Coordinamento delle Associazioni Familiari adottive e affidatarie in Rete.
«Subito dopo i primi bombardamenti si è diffusa fra numerose organizzazioni una attivazione umanitaria di grande rilievo, sia proponendo la raccolta e l'invio di beni di prima necessità, sia proponendo progetti di ospitalità dei profughi che stanno arrivando. Alcune di queste azioni umanitarie sono dirette alla accoglienza di bambini "orfani" provenienti dagli istituti ucraini e su questo aspetto, in particolare, vogliamo chiedere attenzione.
- I bambini e i ragazzi ospiti degli istituti in Ucraina nella maggior parte dei casi non sono orfani. Fuori di lì ci sono, infatti, mamme, papà, fratelli, nonne, zii che i bambini e i ragazzi in molti casi continuano a vedere e a sentire. I motivi per cui sono negli istituti sono dovuti alle tante complessità e criticità delle loro famiglie di origine.
- La retorica dell'"orfano ucraino" è fuorviante e può indurre la percezione che questi bambini non abbiano connessioni nella loro terra di origine. Inoltre, con queste fughe in avanti si perde di vista quanto sia essenziale che, proprio nelle situazioni emergenziali, si faccia attenzione a non perdere traccia di tutta la documentazione che riguarda i bambini, contenente i dati anagrafici e i possibili contatti per i loro successivi ricongiungimenti. E' proprio perdendo di vista questi aspetti che si rischia di aprire la strada a condizioni di rischio per i bambini stessi.
- Il primo rischio riguarda la difficoltà di ricongiungimento con i loro familiari dopo che l'emergenza sarà passata. Rischio che può anche riguardare bambini già abbinati a famiglie adottive in Italia e nel mondo. Il secondo rischio è quello del mancato tracciamento e monitoraggio dell'affidamento dei bambini, con tutto ciò che ne consegue.
- L'esperienza passata, dal genocidio del Rwanda allo tsunami del 2004 nel sudest asiatico fino al terremoto di Haiti, ci ha insegnato quanto sia fondamentale l'attenzione sui diritti dei bambini nei contesti emergenziali a loro tutela e protezione.