Attualità
25 novembre, in 7mila in corteo per le strade di Bari
Chiavi, trombe, cartelloni per inneggiare alla lotta contro ogni violenza che le donne subiscono
Puglia - sabato 25 novembre 2023
13.55
Nel pomeriggio di ieri le organizzazioni Zona Franka, Link e Unione degli Studenti hanno organizzato un corteo dedicato a Giulia Cecchettin e a tutte le vittime violenza di genere, coinvolgendo moltissimi studenti. Organizzata non soltanto in occasione della giornata del 25 Novembre contro la violenza sulle donne, ma volta a far sentire la propria disperazione ogni volta che il numero delle vittime di femminicidio aumenta.
Erano 7mila gli studenti e i cittadini che hanno marciato da piazza Cesare Battisti a piazza del Ferrarese, facendo rumore e inneggiando alla distruzione della violenza inflitta da una società ancora incastrata nel sistema patriarcale.
«La città ha dato una risposta incredibile - sottolinea Noemi Sassanelli di Link Bari - abbiamo riempito le strade di Bari con una grandissima forza, una grandissima rabbia e tanto rumore».
Diverse le rivendicazioni portate in piazza: «Chiediamo una maggiore attenzione nei confronti dei centri antiviolenza - spiega Sassanelli -, di implementare i finanziamenti spesso non sufficienti a causa delle tante richieste di aiuto. Inoltre, riteniamo fondamentale che si ragioni seriamente sull'educazione sessuale ed affettiva, in tal senso siamo contro il disegno di legge del Governo che non prevede l'utilizzo di professionisti, ma pensa di veicolare messaggi tramite persone inesperte come influencer e attori. Così non si fa realmente una educazione sessuale ed affettiva che possa contrastare il sistema e la matrice patriarcale dall'origine, e formare nuove menti che sul lungo periodo possono costituire un cambiamento reale».
Il suono brillante delle trombe assieme alle chiavi che tintinnavano, alle bandiere che svolazzavano, ai cartelloni che primeggiavano con frasi intense, hanno colorato il cielo di Bari.
Il numero così grande di partecipanti, sorvegliato costantemente dalla Polizia di Stato, ha ospitato donne e uomini di ogni età, tutti presenti per uno scopo comune: rompere il silenzio assordante di una società vittima della cultura del possesso e del controllo.
Le ragazze, colorate di un segno rosso sulle guance pallide per via del vento freddo della serata, hanno continuato ad urlare senza sosta gli slogan «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce!» e «Se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima!»
Erano 7mila gli studenti e i cittadini che hanno marciato da piazza Cesare Battisti a piazza del Ferrarese, facendo rumore e inneggiando alla distruzione della violenza inflitta da una società ancora incastrata nel sistema patriarcale.
«La città ha dato una risposta incredibile - sottolinea Noemi Sassanelli di Link Bari - abbiamo riempito le strade di Bari con una grandissima forza, una grandissima rabbia e tanto rumore».
Diverse le rivendicazioni portate in piazza: «Chiediamo una maggiore attenzione nei confronti dei centri antiviolenza - spiega Sassanelli -, di implementare i finanziamenti spesso non sufficienti a causa delle tante richieste di aiuto. Inoltre, riteniamo fondamentale che si ragioni seriamente sull'educazione sessuale ed affettiva, in tal senso siamo contro il disegno di legge del Governo che non prevede l'utilizzo di professionisti, ma pensa di veicolare messaggi tramite persone inesperte come influencer e attori. Così non si fa realmente una educazione sessuale ed affettiva che possa contrastare il sistema e la matrice patriarcale dall'origine, e formare nuove menti che sul lungo periodo possono costituire un cambiamento reale».
Il suono brillante delle trombe assieme alle chiavi che tintinnavano, alle bandiere che svolazzavano, ai cartelloni che primeggiavano con frasi intense, hanno colorato il cielo di Bari.
Il numero così grande di partecipanti, sorvegliato costantemente dalla Polizia di Stato, ha ospitato donne e uomini di ogni età, tutti presenti per uno scopo comune: rompere il silenzio assordante di una società vittima della cultura del possesso e del controllo.
Le ragazze, colorate di un segno rosso sulle guance pallide per via del vento freddo della serata, hanno continuato ad urlare senza sosta gli slogan «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce!» e «Se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima!»