Cronaca
Abusi edilizi e reati ambientali: sequestrato un opificio a Castellana Grotte
Intervento della Guardia di Finanza
Puglia - giovedì 27 aprile 2023
14.12
La Guardia di Finanza della compagnia di Monopoli, nell'ambito di un'indagine in materia di tutela ambientale, ha rilevato diverse irregolarità all'interno di uno stabilimento industriale a Castellana Grotte per il quale il gip del Tribunale di Bari ha disposto il sequestro preventivo: assenza di autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue industriali nei terreni agricoli, sversamento illecito di acidi, soluzioni alcaline ed acque di lavaggio direttamente nel sottosuolo, abusi edilizi.
Inoltre è stato denunciato il rappresentante legale della stessa azienda che opera nel settore della ossidazione e verniciatura di metalli. Dalle verifiche l'opificio, che per le tipologie di prodotti chimici utilizzati (acido solforico e cromo) rientra nella casistica "di industrie insalubri a rischio di incidente rilevante", è risultato privo dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), della valutazione di impatto ambientale, e delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.
Le ispezioni all'interno dello stabilimento industriale sono state eseguite anche con personale del dipartimento di geologia dell'Università di Bari per l'analisi dell'intero ciclo produttivo: dall'immersione dei semilavorati nelle vasche di ossidazione al percorso dei reflui fino allo smaltimento dei fanghi e dei liquami. Secondo quanto accertato dagli inquirenti nel sottosuolo, monitorato da un georadar, nel tempo sono state eseguite diverse operazioni di movimento terra non giustificate.
All'interno dello stabilimento che si estende su un'area di oltre 7mila metri quadri gli investigatori, inoltre, hanno accertato anche una serie di violazioni urbanistiche con la realizzazione di ampliamenti non autorizzati tra locali tecnici e tettoie.
Inoltre è stato denunciato il rappresentante legale della stessa azienda che opera nel settore della ossidazione e verniciatura di metalli. Dalle verifiche l'opificio, che per le tipologie di prodotti chimici utilizzati (acido solforico e cromo) rientra nella casistica "di industrie insalubri a rischio di incidente rilevante", è risultato privo dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia), della valutazione di impatto ambientale, e delle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.
Le ispezioni all'interno dello stabilimento industriale sono state eseguite anche con personale del dipartimento di geologia dell'Università di Bari per l'analisi dell'intero ciclo produttivo: dall'immersione dei semilavorati nelle vasche di ossidazione al percorso dei reflui fino allo smaltimento dei fanghi e dei liquami. Secondo quanto accertato dagli inquirenti nel sottosuolo, monitorato da un georadar, nel tempo sono state eseguite diverse operazioni di movimento terra non giustificate.
All'interno dello stabilimento che si estende su un'area di oltre 7mila metri quadri gli investigatori, inoltre, hanno accertato anche una serie di violazioni urbanistiche con la realizzazione di ampliamenti non autorizzati tra locali tecnici e tettoie.