Cronaca
Antonella Lopez uccisa per errore a Molfetta: disposta l'autopsia
L’esame, condotto dal medico legale Sara Sablone, sarà eseguito domani mattina al Policlinico di Bari
Puglia - martedì 24 settembre 2024
11.26
Sarà eseguita nella mattinata di domani, all'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, l'autopsia sul corpo di Antonella Lopez, la giovane di 19 anni uccisa per errore nella discoteca Bahia Beach di Molfetta nella notte fra sabato e domenica scorsi. L'esame autoptico sarà condotto dal medico legale Sara Sablone.
Per l'omicidio è stato fermato Michele Lavopa, attualmente detenuto nel carcere di Bari. Il giovane, 21enne del quartiere San Paolo di Bari, è stato fermato poche ore dopo il delitto dai Carabinieri e ha confessato, ammettendo di aver sparato a seguito di una lite avvenuta con un gruppo di giovani all'interno della discoteca, come reazione al fatto che Eugenio Palermiti, figlio di Gianni e nipote del boss omonimo del quartiere Japigia, avrebbe a sua volta tentato di estrarre un'arma.
Ha spiegato dunque che si è sentito minacciato e ha reagito utilizzando una pistola calibro 7.65 - ritrovata ieri sera dai militari, custodita da un 17enne -, ferendo mortalmente la 19enne del quartiere San Girolamo e colpendo altri quattro ragazzi, tra cui Palermiti, con cui aveva avuto un alterco. E proprio i quattro avrebbero rilasciato «dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose, nonostante la giovane loro amica fosse deceduta», è riportato nel verbale di fermo del 21enne.
In attesa dell'autopsia, proseguono le analisi sulla pistola calibro 7.65 che sarà ora sottoposta ad accertamenti per estrarre elementi utili alle indagini e stabilirne la provenienza. Stesso discorso per i 7 bossoli ritrovati nella discoteca assieme ad un proiettile inesploso. Accertamenti che serviranno a consolidare il quadro.
Per l'omicidio è stato fermato Michele Lavopa, attualmente detenuto nel carcere di Bari. Il giovane, 21enne del quartiere San Paolo di Bari, è stato fermato poche ore dopo il delitto dai Carabinieri e ha confessato, ammettendo di aver sparato a seguito di una lite avvenuta con un gruppo di giovani all'interno della discoteca, come reazione al fatto che Eugenio Palermiti, figlio di Gianni e nipote del boss omonimo del quartiere Japigia, avrebbe a sua volta tentato di estrarre un'arma.
Ha spiegato dunque che si è sentito minacciato e ha reagito utilizzando una pistola calibro 7.65 - ritrovata ieri sera dai militari, custodita da un 17enne -, ferendo mortalmente la 19enne del quartiere San Girolamo e colpendo altri quattro ragazzi, tra cui Palermiti, con cui aveva avuto un alterco. E proprio i quattro avrebbero rilasciato «dichiarazioni di circostanza e palesemente omertose, nonostante la giovane loro amica fosse deceduta», è riportato nel verbale di fermo del 21enne.
In attesa dell'autopsia, proseguono le analisi sulla pistola calibro 7.65 che sarà ora sottoposta ad accertamenti per estrarre elementi utili alle indagini e stabilirne la provenienza. Stesso discorso per i 7 bossoli ritrovati nella discoteca assieme ad un proiettile inesploso. Accertamenti che serviranno a consolidare il quadro.