Davide Monti
Davide Monti
Cronaca

Blitz fra Bari e Turi: Davide Monti dava ordini dal carcere di Trapani

L'ex bambino con la pistola oggi ha 34 anni: nel 2001, a Bari vecchia, a soli 11 anni fu trovato con una calibro 9

Era il 28 luglio 2001, era notte. Davide Monti aveva 11 anni, camminava da solo per Bari vecchia. Tra le sue mani aveva una busta di plastica con all'interno una pistola calibro 9 pronta a fare fuoco. Un'arma col colpo in canna che doveva passare ad un sicario del clan Capriati. Da quel giorno, Davide è il «bambino con la pistola».

Oltre un ventennio dopo quello stesso Davide, detenuto a Trapani, è considerato un membro degli Strisciuglio. La sua storia fece il giro d'Italia. I Carabinieri conoscevano già quel bambino, ferito ad un ginocchio durante una sparatoria a 9 anni, perché figlio di Domenico, «Mimmo u' biund». Dopo quell'episodio fu trasferito in un istituto minorile a Pistoia, ma dopo essere tornato a Bari vecchia, il 27 novembre 2004, fu ferito in un agguato in cui perse la vita Antonio Fanelli, di 26 anni.

L'appena eletto sindaco Michele Emiliano, oggi governatore della Puglia, cercò di salvare quel ragazzo, ma non se ne fece nulla. Finì in un'altra comunità, stavolta in Puglia, ma fuggì e non volle più tornarci, imboccando la strada sbagliata, quella del crimine, e specializzandosi nelle rapine. Con svariati precedenti giudiziari ormai definitivi alle spalle commessi fra il 2006 ed il 2007, nell'estate del 2017 fu sorpreso nel Salento mentre partecipava ad un beach party in un lido di Gallipoli.

Tutto normale, se non fosse stato destinatario dell'obbligo di soggiorno e di firma nella sua città natale, Bari. E così, nonostante l'interesse e tutte le offerte formative ed alternative al contesto di vita abituale, «il ragazzo ha preferito quest'ultimo, dal quale non s'è saputo consapevolmente allontanare» hanno relazionato i giudici minorili in uno dei tanti provvedimenti a suo carico. Il nome di Davide Monti, 35 anni il prossimo 5 agosto, è fra quelli delle 37 persone arrestate ieri mattina.

Lui, «con il ruolo di capo ed organizzatore, benché sottoposto alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere - è scritto agli atti dell'inchiesta -, dirigeva l'attività del sodalizio impartendo disposizioni ai sodali attraverso comunicazioni telefoniche e telematiche effettuate utilizzando telefoni cellulari fattigli pervenire in carcere, ed in particolare decideva come i sodali dovessero organizzare il trasporto della cocaina, dove occultarla, come rimpiazzare i pusher che venivano arrestati; impartiva direttive circa il sostentamento in carcere dei sodali».

Nel corso delle indagini è stato anche documentato come l'uomo usasse il cellulare in carcere per impartire ordini ai suoi. Gli inquirenti hanno anche intercettato una riunione criminale del 15 maggio 2022 effettuata con una videochiamata su WhatsApp tra Monti, Laera e un'altra persona all'epoca ai domiciliari, per decidere sul passaggio di Nicholas Fallacara (tra i sei oggi sottoposti a obbligo di dimora) dal clan Capriati al clan Strisciuglio. Fallacara è di Putignano, comune su cui sono egemoni i Capriati di Bari vecchia, e all'epoca della videochiamata era detenuto nel carcere di Avellino.
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