Attualità
Caro affitti, gli studenti in tenda anche a Bari
E domani alle 12 ci sarà un flash mob di Link sempre in ateneo
Puglia - venerdì 12 maggio 2023
11.26
«Dopo Milano, Bologna, Firenze, Torino e da altre città, e dopo che a Roma le tende sono comparse anche davanti al ministero dell'Università, siamo da oggi accampati anche davanti all'università di Bari», scrivono così da Cambiare Rotta Bari, e da stamattina sono in tenda davanti all'Ateneo per protestare contro il caro affitti che attanaglia gli universitari da nord a sud.
«Le nostre richieste vanno tutte nella direzione dell'elaborazione e dell'attuazione di politiche e strumenti che servano per garantire realmente il diritto allo studio a tutti. Invitiamo tutti gli studenti di tutti gli atenei alla mobilitazione continua e permanente - aggiungono -. Anzitutto, vogliamo un reddito studentesco universitario per gli studenti delle fasce popolari, per svincolare gli studenti dal buco nero del lavoro povero, per coprire le spese per il materiale didattico, per l'affitto e per tutto ciò che rientra nella vita di uno studente. Vogliamo che questo reddito sia pagato agli studenti attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitto e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato».
«Ma sappiamo che l'intervento pubblico non può limitarsi a questo, ma deve essere ancora più strutturale, per imboccare nettamente la strada verso la soluzione complessiva del problema degli affitti per gli studenti - concludono da Cambiare Rotta -. Serve quindi un piano pubblico di investimenti per l'ampliamento degli studentati esistenti e per la costruzione di nuovi studentati, che siano capaci di soddisfare la richiesta studentesca e che rimangano in mano pubblica. In continuità con questo, vogliamo l'interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, affinché l'intervento sulle politiche abitative ritorni ad essere in mano pubblica, di Mur e Mims, e non alla mercè dei grandi privati. Corrispettivamente, ci opponiamo alla totale liberalizzazione e deregolamentazione del mercato degli affitti, e per questo vogliamo l'abolizione della legge 431/98 e la reintroduzione dell'equocanone, con l'istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca».
«Le nostre richieste vanno tutte nella direzione dell'elaborazione e dell'attuazione di politiche e strumenti che servano per garantire realmente il diritto allo studio a tutti. Invitiamo tutti gli studenti di tutti gli atenei alla mobilitazione continua e permanente - aggiungono -. Anzitutto, vogliamo un reddito studentesco universitario per gli studenti delle fasce popolari, per svincolare gli studenti dal buco nero del lavoro povero, per coprire le spese per il materiale didattico, per l'affitto e per tutto ciò che rientra nella vita di uno studente. Vogliamo che questo reddito sia pagato agli studenti attraverso la tassazione di tutte quelle aziende private ormai completamente inserite nei nostri atenei, che dai nostri percorsi di studio e dalla ricerca traggono profitto e forza lavoro qualificata secondo le esigenze di mercato».
«Ma sappiamo che l'intervento pubblico non può limitarsi a questo, ma deve essere ancora più strutturale, per imboccare nettamente la strada verso la soluzione complessiva del problema degli affitti per gli studenti - concludono da Cambiare Rotta -. Serve quindi un piano pubblico di investimenti per l'ampliamento degli studentati esistenti e per la costruzione di nuovi studentati, che siano capaci di soddisfare la richiesta studentesca e che rimangano in mano pubblica. In continuità con questo, vogliamo l'interruzione di tutti i progetti co-finanziati e delle convenzioni con i privati, affinché l'intervento sulle politiche abitative ritorni ad essere in mano pubblica, di Mur e Mims, e non alla mercè dei grandi privati. Corrispettivamente, ci opponiamo alla totale liberalizzazione e deregolamentazione del mercato degli affitti, e per questo vogliamo l'abolizione della legge 431/98 e la reintroduzione dell'equocanone, con l'istituzione di una specificità mirata alla condizione studentesca».