Presidente Federturismo Lalli
Presidente Federturismo Lalli
Turismo

Destagionalizzazione e migliori collegamenti per favorire la crescita della Puglia

L'intervista a Marina Lalli Bertolino, presidente di Federturismo Italia

I dati che ci vengono segnalati dall'osservatorio regionale del turismo sono indicativi di quanto la nostra bellissima Puglia sia in grado di fare e abbia già fatto al netto della pandemia vissuta, attraverso le necessarie chiusure previste per la tutela della salute e al di là di scossoni congiunturali (crisi Ucraina, ulteriori sviluppi pandemici dovuti a nuove varianti). I dati raccolti parlano chiaro e già nel 2021 si sono registrati 3.3 milioni di arrivi e 13,8 milioni di presenze con una variazione rispetto al 2019 del – 22% e del – 10% (921.600 arrivi e 1.565.000 presenze in meno).

La tendenza in atto ci fa presupporre una lenta, ma costante ripresa per il 2023, ma dobbiamo tenere in considerazione che a contenere le perdite in pandemia è stato soprattutto l'alta stagionalità oltre ad un buon grado di internazionalizzazione degli arrivi che necessita di essere consolidato. A farla da padrone è senza dubbio il turismo nazionale nei mesi estivi trascorsi che è riuscito a compensare alcune importanti perdite dovute alle chiusure avute, ma ora la Puglia è in ripresa più che mai e perciò ho pensato di intervistare la dott.ssa Marina Lalli Bertolino, presidente Federturismo Italia, nonché amministratore delegato delle favolose Terme di Margherita di Savoia, per comprendere meglio gli stati attuali del turismo in particolare del nostro territorio.

Il turismo rappresenta una grande risorsa per l'Italia ed in particolare è il sud Italia con la Puglia in testa che, in questo momento storico, vanta un gran numero di visite da tutto il mondo. Ciò che avvicina il turista alla meta da raggiungere è soprattutto la buona cucina, quanto conta creare una valida esperienza anche gastronomica per la nostra bellissima Puglia?

"È importantissimo, sappiamo che il turismo enogastronomico ha tanto da trasmettere: la cultura di un territorio passa anche dal cibo e ricordiamo che spesso chi visita la nostra Italia rimane estasiato dalla buona cucina italiana, riconosciuta tra le migliori, ormai, in tutto il mondo. Sappiamo che tra le tre risposte prioritarie sulla scelta del turismo in Italia, una è dedicata al "bien vivre", con riferimento alla nostra eccellente enogastronomia. Quindi si riconosce nell'accoppiamento del turismo e dell'enogastronomia un binomio vincente ed indiscusso per tutto il territorio pugliese che vanta così sia posti incantevoli che una cucina sopraffina".

Il nostro territorio necessita di sostegno progettuale e di risorse valide da impegnare per una crescita a lungo termine, quanto è importante la formazione in questo momento storico sociale?

"La formazione è fondamentale direi soprattutto ora, a causa della pandemia sono cambiate alcune cose: è cambiato il viaggiatore, ma è anche venuta meno una gran fetta di risorse umane impiegata nel settore turistico e ciò è avvenuto principalmente per la necessità di guadagno personale venuto meno a causa delle perdite subite, questo ha determinato uno sconvolgimento nel settore turistico che ha visto i suoi lavoratori doversi reinventare cambiando professione. In questo momento di ripresa è quindi necessario creare nuove figure professionali, meglio specializzate anche per elevare la qualità dell'accoglienza pugliese".

Come immagina la crescita del territorio pugliese tra cinque anni?

"Questa domanda è piuttosto complicata perché non c'è una risposta certa da poter dare, sicuramente la Puglia è in cammino ed ha già un buon percorso delineato sul fronte del turismo. Ricordiamo che nella nostra regione si sta sviluppando la pratica dell'accoglienza anche nel settore Luxury, ci sono zone già ben avviate in tal senso come la Valle d'Itria in grado di offrire una buona destagionalizzazione alla propria clientela, ma ci sono territori che hanno davvero molto da offrire in termini di accoglienza e che per molto tempo sono stati a latere come i Monti dauni, maggiormente isolati e tutta la zona dell'entroterra che necessita di buoni collegamenti per far incontrare domanda e offerta puntando sulle sue risorse sicuramente paesaggistiche ed enogastronomiche".

Lei rappresenta come amministratore delegato le meravigliose Terme di Margherita di Savoia, quanto conta il benessere e la cura della persona in un contesto di turismo sostenibile?

"Tanto, c'è una grande necessità e richiesta dalle persone di staccare dagli affanni della routine quotidiana e di riuscire a trascorrere un periodo di relax per ricaricarsi di buona energia. Una grande richiesta da tutte le tipologie di potenziali utenze a voler riprendere confidenza con il proprio corpo prendendosi cura della propria salute e quindi del proprio fisico. Perché si sa se si riesce a star bene nella propria pelle, si sta bene con gli altri".

Le terme hanno avviato ed ampliato l'offerta di cure mirate post covid, essere all'avanguardia e gestire i momenti più critici per garantire sicurezza e benessere è una priorità. In tal senso sono previsti nuovi e futuri progetti di crescita per rendere il soggiorno termale sempre più accogliente?

"Si e con i miei colleghi ci lavoriamo ogni giorno in modo costante: il termalismo ha un quid in più, in quanto ciò che è alla base del miglioramento e delle offerte che proponiamo all'utenza è corredato sempre da un aggiornamento della ricerca scientifica in ambito medico. Importantissimo sapere che dietro ogni cura della persona ci sia una base medico-scientifica, da cui non si può prescindere e che serve anche a garantire un certo patto di fiducia tra chi sceglie di affidarsi alle cure termali e chi le eroga con attenzione e dovizia".

Senza dubbio le Terme di Margherita di Savoia rappresentano un tassello importante sul territorio pugliese e sono anche in grado di offrire una proposta ricca e varia per il mercato turistico, avendo a disposizione una bella estensione del periodo di apertura, infatti attualmente sono aperte al pubblico dall'inizio di maggio alla fine di novembre. Riuscire a destagionalizzare l'offerta del benessere, in coerenza con altre forme di turismo slow presenti sul territorio, grazie anche alla ricchezza della produzione tipica enogastronomica, significa intraprendere un nuovo percorso economico ricco di slancio in cui tutti siamo pienamente coinvolti, perché solo con impegno e passione si può rappresentare al meglio la propria terra.
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