Religioni
Dopo lo stop per Covid riprendono le processioni. La prima a Molfetta
Nella notte l'uscita della Croce, ritualità quaresimale molto sentita
Puglia - mercoledì 2 marzo 2022
14.24
La Croce ha ripreso il proprio percorso per le strade di Molfetta: in una notta gelida, infatti, dopo lo stop a causa del Covid nel 2021 l'effige è stata portata in processione dai confratelli dell'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero e dai fedeli: è stato l'inizio ufficiale dei riti quaresimali tradizionali in città.
A portare fuori dalla Chiesa del Purgatorio la Croce è stato Monsignor Domenico Cornacchia. Il Vescovo ha condotto l'effige, simbolo del martirio di Cristo, per tutta la navata della Chiesa e fin sul sagrato, esponendola ai fedeli mentre le campane suonavano i 33, mesti rintocchi.
Un'immagine dal grande calore simbolico.
Il Vescovo ha invocato la protezione del Signore su tutta la comunità non nascondendo di avere "il cuore colmo di tristezza per una guerra fratricida", riferendosi al conflitto in Ucraina.
Lungo il percorso che per gran parte è quello seguito dalle processioni della Settimana Santa, il "ti-tè" è risuonato nel buio di Corso Dante, spento per l'occasione. Le strade, invece, si sono riempite anche del Vexilla recitato dai confratelli e dai fedeli.
Come da prassi la Croce ha sostato per qualche attimo dinanzi alla Chiesa di Santo Stefano per poi essere portata in processione davanti al monumento del Calvario per la benedizione finale.
Molfetta ha così potuto rivivere il rito introdotto per la prima volta nel 1885 su idea del confratello dell'arciconfraternita di Santo Stefano Mauro Picca. Solo successivamente, attorno agli anni '40, la processione della Croce è stata organizzata dall'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero a cui va il merito di aver ridato impulso e attenzione a questo passaggio nei riti quaresimali presso le giovani generazioni, dopo alcuni di stallo.
A portare fuori dalla Chiesa del Purgatorio la Croce è stato Monsignor Domenico Cornacchia. Il Vescovo ha condotto l'effige, simbolo del martirio di Cristo, per tutta la navata della Chiesa e fin sul sagrato, esponendola ai fedeli mentre le campane suonavano i 33, mesti rintocchi.
Un'immagine dal grande calore simbolico.
Il Vescovo ha invocato la protezione del Signore su tutta la comunità non nascondendo di avere "il cuore colmo di tristezza per una guerra fratricida", riferendosi al conflitto in Ucraina.
Lungo il percorso che per gran parte è quello seguito dalle processioni della Settimana Santa, il "ti-tè" è risuonato nel buio di Corso Dante, spento per l'occasione. Le strade, invece, si sono riempite anche del Vexilla recitato dai confratelli e dai fedeli.
Come da prassi la Croce ha sostato per qualche attimo dinanzi alla Chiesa di Santo Stefano per poi essere portata in processione davanti al monumento del Calvario per la benedizione finale.
Molfetta ha così potuto rivivere il rito introdotto per la prima volta nel 1885 su idea del confratello dell'arciconfraternita di Santo Stefano Mauro Picca. Solo successivamente, attorno agli anni '40, la processione della Croce è stata organizzata dall'Arciconfraternita della Morte dal Sacco Nero a cui va il merito di aver ridato impulso e attenzione a questo passaggio nei riti quaresimali presso le giovani generazioni, dopo alcuni di stallo.