Cronaca
Frode da oltre due milioni e mezzo di euro, nei guai una società di Lecce
Ai responsabili, denunciati alla competente Procura della Repubblica, sono state contestate sanzioni per oltre 3 milioni di euro
Puglia - giovedì 7 ottobre 2021
12.00 Comunicato Stampa
Evasione IVA per oltre 2 milioni e 700 mila euro. È L'accusa nei confronti di una società operante nel settore del commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi, risultata inesistente presso la sede dichiarata così come al domicilio fiscale del legale rappresentante. Stando alle indagini dell'Agenzia della Dogana e dei Monopoli di Lecce, la frode sarebbe stata realizzata nel triennio 2016-2018.
La modalità fraudolenta è stata posta in essere attraverso l'indicazione, nella dichiarazione fiscale, di cessioni all'esportazione (non imponibili IVA) per oltre 3 milioni di euro, che hanno concorso alla costituzione del Plafond IVA. Dai controlli effettuati è risultato che la società non ha invece mai compiuto alcuna cessione, o presentato dichiarazioni doganali di esportazione. Pertanto la stessa non avrebbe avuto alcun titolo per emettere le dichiarazioni di intento né per fare in alcun modo uso del plafond IVA fraudolentemente costituito.
Determinanti sono stati i minuziosi controlli svolti dai verificatori ADM sulla documentazione in possesso dei soggetti destinatari delle dichiarazioni d'intento, avvalendosi anche delle informazioni presenti nelle banche dati in uso.
Ai responsabili della frode, denunciati alla competente Procura della Repubblica, sono state contestate sanzioni per oltre 3 milioni di euro.
La modalità fraudolenta è stata posta in essere attraverso l'indicazione, nella dichiarazione fiscale, di cessioni all'esportazione (non imponibili IVA) per oltre 3 milioni di euro, che hanno concorso alla costituzione del Plafond IVA. Dai controlli effettuati è risultato che la società non ha invece mai compiuto alcuna cessione, o presentato dichiarazioni doganali di esportazione. Pertanto la stessa non avrebbe avuto alcun titolo per emettere le dichiarazioni di intento né per fare in alcun modo uso del plafond IVA fraudolentemente costituito.
Determinanti sono stati i minuziosi controlli svolti dai verificatori ADM sulla documentazione in possesso dei soggetti destinatari delle dichiarazioni d'intento, avvalendosi anche delle informazioni presenti nelle banche dati in uso.
Ai responsabili della frode, denunciati alla competente Procura della Repubblica, sono state contestate sanzioni per oltre 3 milioni di euro.