Cronaca
Il processo "Giustizia svenduta" è da rifare
Annullata la sentenza di primo grado, cessano di avere effetto le condanne di Michele Nardi e dell'ex ispettore del Commissariato coratino Vincenzo Di Chiaro
Puglia - venerdì 1 aprile 2022
15.08
Tutto da rifare. Il processo "Giustizia svenduta" dovrà ricominciare daccapo. È quanto stabilito venerdì mattina dalla Corte d'Appello di Lecce, che ha dichiarato l'incompetenza territoriale - girandola alla Procura di Potenza - e soprattutto annullato gli effetti della sentenza di primo grado, neutralizzando le condanne a vario titolo nei confronti di coloro che erano imputati in quel procedimento. Sono state accolte, perciò, le eccezioni preliminari presentate riguardo la territorialità in quanto i fatti contestati riguardano le funzioni dell'ex procuratore della repubblica di Trani e Taranto Carlo Maria Capristo, che risulta indagato proprio nel capoluogo lucano.
L'ex giudice per le indagini preliminari della Procura di Trani Michele Nardi era stato condannato dal Tribunale salentino a 16 anni e 9 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. L'ipotesi accusatoria nei suoi confronti era di aver garantito esiti processuali favorevoli in diverse vicende giudiziarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini della Procura tranese in cambio di denaro, gioielli e altri favori. Nel processo di secondo grado a Lecce erano imputati anche l'ex ispettore di Polizia del Commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro (già condannato a 9 anni e 7 mesi), l'avvocato barese Simona Cuomo (condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi), l'ex cognato dell'ex pm Antonio Savasta, Savino Zagaria (4 anni e 3 mesi) e Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi). Gli atti saranno adesso trasferiti a Potenza per un nuovo processo.
L'ex giudice per le indagini preliminari della Procura di Trani Michele Nardi era stato condannato dal Tribunale salentino a 16 anni e 9 mesi per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari. L'ipotesi accusatoria nei suoi confronti era di aver garantito esiti processuali favorevoli in diverse vicende giudiziarie in favore di imprenditori coinvolti nelle indagini della Procura tranese in cambio di denaro, gioielli e altri favori. Nel processo di secondo grado a Lecce erano imputati anche l'ex ispettore di Polizia del Commissariato di Corato Vincenzo Di Chiaro (già condannato a 9 anni e 7 mesi), l'avvocato barese Simona Cuomo (condannato in primo grado a 6 anni e 4 mesi), l'ex cognato dell'ex pm Antonio Savasta, Savino Zagaria (4 anni e 3 mesi) e Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi). Gli atti saranno adesso trasferiti a Potenza per un nuovo processo.