Cronaca
«Mi scappa la pipì». E il Duomo di Trani diventa un wc per bambini durante un matrimonio
Alcuni cittadini hanno fatto notare la presenza di bagni pubblici ma invano
Puglia - giovedì 1 giugno 2023
14.48
Lungi dalla volontà di correre il rischio che la signora in questione e ovviamente la sua piccina siano riconoscibili, per evitare processi social con condanne senza possibilità di appello, registriamo un fatto accaduto alcune settimane fa in occasione di un matrimonio nella cripta di San Nicola Pellegrino.
Mentre si attendeva la sposa - tra sontuosi allestimenti e macchine di lusso - a un certo punto dal nartece sono sbucate una elegantissima invitata con la sua adorabile figlioletta sbandierando l'emergenza di un'impellente pipì, nella più classica situazione in cui sul più bello arriva l'emergenza incontenibile.
Nessun tentativo di informazione pure alla presenza di diverse guide turistiche circa la presenza di un servizio pubblico nelle immediate vicinanze, (segnalato alla signora nel momento concitato della fuga nella precisa direzione del fianco della cattedrale), che oltretutto è lì a veramente pochi metri, nonché la possibilità chiedere di un bagno in chiesa e la presenza li accanto del polo museale con annesso bar e relativo bagno: più comodo portare la bimba dietro l'angolo e utilizzare la maestosità del monumento come rimedio all'emergenza. Operazione di lì a poco ripetuta da un'altra mamma con un'altra figlioletta.
Adesso, vero che la pipì dei bambini era chiamata pipì degli Angeli, va bene; ma, dal momento che sempre pipì è, acida, corrosiva e, anche se angelica, maleodorante, specie se reiterata e col caldo, così come il divieto vale per gli adulti così dovrebbe valere per tutti; e soprattutto certi comportamenti andrebbero inculcati ai bambini sin da piccoli che invece, magari, nel tempo, riterranno cosa non grave annaffiare il muro di un edificio, l' angolo di un marciapiede e magari di un monumento.
Mentre si attendeva la sposa - tra sontuosi allestimenti e macchine di lusso - a un certo punto dal nartece sono sbucate una elegantissima invitata con la sua adorabile figlioletta sbandierando l'emergenza di un'impellente pipì, nella più classica situazione in cui sul più bello arriva l'emergenza incontenibile.
Nessun tentativo di informazione pure alla presenza di diverse guide turistiche circa la presenza di un servizio pubblico nelle immediate vicinanze, (segnalato alla signora nel momento concitato della fuga nella precisa direzione del fianco della cattedrale), che oltretutto è lì a veramente pochi metri, nonché la possibilità chiedere di un bagno in chiesa e la presenza li accanto del polo museale con annesso bar e relativo bagno: più comodo portare la bimba dietro l'angolo e utilizzare la maestosità del monumento come rimedio all'emergenza. Operazione di lì a poco ripetuta da un'altra mamma con un'altra figlioletta.
Adesso, vero che la pipì dei bambini era chiamata pipì degli Angeli, va bene; ma, dal momento che sempre pipì è, acida, corrosiva e, anche se angelica, maleodorante, specie se reiterata e col caldo, così come il divieto vale per gli adulti così dovrebbe valere per tutti; e soprattutto certi comportamenti andrebbero inculcati ai bambini sin da piccoli che invece, magari, nel tempo, riterranno cosa non grave annaffiare il muro di un edificio, l' angolo di un marciapiede e magari di un monumento.