Cronaca
Morto l’oncologo Roberto Saccozzi, viveva a Cerignola da tempo: un professionista come pochi
Per anni è stato volontario di Cittadinanzattiva e presso il Tribunale dei Diritti del Malato della città
Puglia - domenica 1 settembre 2024
La morte del dottor Roberto Saccozzi, stimato professionista ed oncologo conosciuto ed apprezzato a Cerignola (dove viveva da anni) per le sue qualità umane e mediche, ha provocato sincero dispiacere e cordoglio nella comunità cittadina, in cui operava da tempo anche come volontario di Cittadinanzattiva e presso il Tribunale dei Diritti del Malato.
Tanti i messaggi scritti sulle pagine social per ricordare un medico definito "come pochi". Il collega Michele Romano ha dichiarato: "La nostra città perde un altro suo figlio illustre. E' stato un grande medico, ricercatore e scienziato. E' stato un punto di riferimento nazionale ed internazionale nel campo della senologia e della senologia oncologica. Lui ha scoperto il famoso linfonodo sentinella. Anche da pensionato non ha mai abbandonato i suoi pazienti. Ultimamente stava seguendo altri importanti progetti in campo sanitario, e stava collaborando ad un lavoro di ricerca sull'incidenza dei tumori in Capitanata".
C'è anche chi ricorda con emozione i momenti difficili che Saccozzi ha cercato di rendere più sopportabili con la sua rassicurante presenza.
"Resterà di lui un ricordo inestinguibile. E' stato il medico oncologo letteralmente adorato da mia madre durante la sua battaglia contro il cancro. Di lui, solo di lui ci fidavamo, in tanti momenti difficili. Insomma, era una persona di famiglia. Ricorderò sempre il suo sorriso aperto e rassicurante e le lunghe chiacchierate sui tanti temi della vita sociale e politica cittadina", ha scritto l'ex Dirigente Scolastica Lucia Lenoci.
"Era il 1986, il mio papà stava male, un tumore ce lo stava portando via. Io giravo alla ricerca di una soluzione. Allora, non so adesso, li chiamavano "viaggi della speranza".
Non avevo risolto granché, poi seppi che a Cerignola veniva a visitare uno dei medici dello staff del famoso Veronesi. Non conoscevo quel medico, ma volli incontrarlo.
Ci andai con la documentazione medica di papà, che era ricoverato in Italia settentrionale. Lui mi ascoltò, poi guardò le carte e mi parló con serenità, ma con altrettanta fermezza.
Mi disse che non c'era molto da fare, poi mi chiese se io stavo girando alla ricerca di soluzioni. Gli dissi di sì e che non mi sarei fermato.
Mi consigliò di fermarmi, spiegandomi i motivi. Ho riportato questo incontro nel libro Mio Padre, che scrissi per ricordare papà.
Tanti i messaggi scritti sulle pagine social per ricordare un medico definito "come pochi". Il collega Michele Romano ha dichiarato: "La nostra città perde un altro suo figlio illustre. E' stato un grande medico, ricercatore e scienziato. E' stato un punto di riferimento nazionale ed internazionale nel campo della senologia e della senologia oncologica. Lui ha scoperto il famoso linfonodo sentinella. Anche da pensionato non ha mai abbandonato i suoi pazienti. Ultimamente stava seguendo altri importanti progetti in campo sanitario, e stava collaborando ad un lavoro di ricerca sull'incidenza dei tumori in Capitanata".
C'è anche chi ricorda con emozione i momenti difficili che Saccozzi ha cercato di rendere più sopportabili con la sua rassicurante presenza.
"Resterà di lui un ricordo inestinguibile. E' stato il medico oncologo letteralmente adorato da mia madre durante la sua battaglia contro il cancro. Di lui, solo di lui ci fidavamo, in tanti momenti difficili. Insomma, era una persona di famiglia. Ricorderò sempre il suo sorriso aperto e rassicurante e le lunghe chiacchierate sui tanti temi della vita sociale e politica cittadina", ha scritto l'ex Dirigente Scolastica Lucia Lenoci.
"Era il 1986, il mio papà stava male, un tumore ce lo stava portando via. Io giravo alla ricerca di una soluzione. Allora, non so adesso, li chiamavano "viaggi della speranza".
Non avevo risolto granché, poi seppi che a Cerignola veniva a visitare uno dei medici dello staff del famoso Veronesi. Non conoscevo quel medico, ma volli incontrarlo.
Ci andai con la documentazione medica di papà, che era ricoverato in Italia settentrionale. Lui mi ascoltò, poi guardò le carte e mi parló con serenità, ma con altrettanta fermezza.
Mi disse che non c'era molto da fare, poi mi chiese se io stavo girando alla ricerca di soluzioni. Gli dissi di sì e che non mi sarei fermato.
Mi consigliò di fermarmi, spiegandomi i motivi. Ho riportato questo incontro nel libro Mio Padre, che scrissi per ricordare papà.