Cronaca
Omicidio a Corato: usate due armi da fuoco. Perquisizioni nella notte
I Carabinieri potrebbero essere già sulle tracce degli autori
Puglia - martedì 17 dicembre 2024
10.44
Il cerchio sembra stringersi sempre di più intorno agli autori dell'efferato omicidio di Nicola Manzi, il 55enne di Corato assassinato ieri sera in via Salvi, in una via alla periferia della città: l'uomo si trovava sotto casa, in compagnia della moglie, rimasta illesa, e di suo fratello Michele, di 52 anni. ferito ad entrambe le gambe.
Gli inquirenti, le indagini sono coordinate sul campo dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, al comando del capitano Danilo Landolfi, stanno passando al setaccio ogni dettaglio del delitto. Perquisizioni - nel corso della notte sono state eseguite assieme ai militari della Stazione -, e la acquisizione delle videocamere di sorveglianza, un mosaico da ricomporre per ricostruire l'omicidio.
L'ipotesi investigativa, intanto, è che sarebbero state utilizzate due armi da fuoco per uccidere il 55enne, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico Manzi che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, un albanese di 23 anni ucciso in una piazza Abbazia gremita di gente, molti anche bambini. I militari, intanto, in queste ore hanno ascoltato pure chi ha assistito al delitto: tra questi, la moglie della vittima.
Difficile sapere, a riguardo vi è il massimo riserbo, se qualche indicazione utile possa essere giunta anche da eventuali testimoni oculari presenti sul luogo delitto subito dopo l'esecuzione, avvenuta in una zona popolare della città, da qualcuno che molto probabilmente conosceva le abitudini della vittima. Almeno quattro i bossoli repertati dai militari sull'asfalto di via Salvi, a cui nel corso della serata si sono poi aggiunti i colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche dell'Arma.
I colpi - esplosi da due armi - sarebbero partiti da un'auto in corsa a bordo della quale c'erano almeno tre persone, molto probabilmente componenti di una stessa famiglia. Un'ipotesi, quest'ultima, al vaglio. Non si esclude che gli investigatori siano sulle tracce degli autori dell'agguato, anche se bisogna stabilire innanzitutto il movente di un delitto consumato con evidente ed estrema ferocia: chi ha sparato, potrebbe avere agito per un regolamento di conti tra famiglie criminali rivali.
Manzi aveva precedenti ed era inserito in contesti delinquenziali locali. Ogni pista viene scandagliata dagli inquirenti: quella criminale in primis, da uno sgarro ad una vendetta tra famiglie o gruppi criminali della città. Nel corso delle prossime ore, intanto, sarà eseguita l'autopsia. Un passaggio dovuto in una morte chiara.
Gli inquirenti, le indagini sono coordinate sul campo dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Tosto, e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, al comando del capitano Danilo Landolfi, stanno passando al setaccio ogni dettaglio del delitto. Perquisizioni - nel corso della notte sono state eseguite assieme ai militari della Stazione -, e la acquisizione delle videocamere di sorveglianza, un mosaico da ricomporre per ricostruire l'omicidio.
L'ipotesi investigativa, intanto, è che sarebbero state utilizzate due armi da fuoco per uccidere il 55enne, volto noto alle forze dell'ordine e padre di quel Domenico Manzi che, con suo cugino Domenico Patruno, il 1 agosto 2018, furono protagonisti dell'omicidio di Viktorian Pikaku, un albanese di 23 anni ucciso in una piazza Abbazia gremita di gente, molti anche bambini. I militari, intanto, in queste ore hanno ascoltato pure chi ha assistito al delitto: tra questi, la moglie della vittima.
Difficile sapere, a riguardo vi è il massimo riserbo, se qualche indicazione utile possa essere giunta anche da eventuali testimoni oculari presenti sul luogo delitto subito dopo l'esecuzione, avvenuta in una zona popolare della città, da qualcuno che molto probabilmente conosceva le abitudini della vittima. Almeno quattro i bossoli repertati dai militari sull'asfalto di via Salvi, a cui nel corso della serata si sono poi aggiunti i colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche dell'Arma.
I colpi - esplosi da due armi - sarebbero partiti da un'auto in corsa a bordo della quale c'erano almeno tre persone, molto probabilmente componenti di una stessa famiglia. Un'ipotesi, quest'ultima, al vaglio. Non si esclude che gli investigatori siano sulle tracce degli autori dell'agguato, anche se bisogna stabilire innanzitutto il movente di un delitto consumato con evidente ed estrema ferocia: chi ha sparato, potrebbe avere agito per un regolamento di conti tra famiglie criminali rivali.
Manzi aveva precedenti ed era inserito in contesti delinquenziali locali. Ogni pista viene scandagliata dagli inquirenti: quella criminale in primis, da uno sgarro ad una vendetta tra famiglie o gruppi criminali della città. Nel corso delle prossime ore, intanto, sarà eseguita l'autopsia. Un passaggio dovuto in una morte chiara.