Scuola
Rientro a scuola, la Puglia ha retto il colpo. Tra primarie, medie e superiori in Dad il 14% delle classi
Romito (presidente ANP): «I numeri disegnano una situazione nel complesso abbastanza lontana dalle fosche previsioni formulate alla vigilia»
Puglia - martedì 18 gennaio 2022
12.03
Il rientro a scuola in Puglia non è stato così drammatico come facevano presagire le ipotesi della vigilia. Almeno stando ad un sondaggio realizzato dall'Associazione Nazionale Presidi Puglia. Il sondaggio, che ha visto rispondere, in forma volontaria e anonima, 64 scuole distribuite su tutto il territorio regionale (il 10% del totale), per un totale di 7.766 docenti, 1.805 unità di personale non docente, 335 sezioni di scuola dell'infanzia e 2.547 classi in totale, fra scuola primaria, media e superiore dà un quadro abbastanza positivo.
I principali dati di questo sondaggi, che i presidi sottolineano non aver alcuna validità scientifica né alcuna ufficialità, ci dicono che risulta assente e non ancora sostituito il 4,2% dei docenti ed il 6,3% del personale non docente; nella scuola dell'infanzia è stata sospesa per 10 giorni l'attività nel 10,7% delle sezioni; negli altri ordini di scuola (primarie, medie e superiori) il 14% sul totale delle classi risulta in DAD completa (intera classe collegata da casa) oppure in DID (didattica integrata digitale, ossia con un gruppo di alunni collegato da casa e il resto in presenza a scuola) e nell'11% delle scuole risulta avviata (o da avviare nel brevissimo periodo) un'attività di vaccinazione in loco per gli alunni.
«Al di là della scontata variabilità dei dati delle singole istituzioni scolastiche fra di loro - sottolinea Roberto Romito - Presidente regionale ANP Puglia - (ad esempio, ci sono scuole con oltre il 75% di classi in didattica a distanza parziale o totale, oppure con il 15% di docenti assenti e non sostituiti, mentre in altre questi dati sono pari a zero) i numeri disegnano, per il momento almeno, una situazione nel complesso abbastanza lontana dalle fosche previsioni formulate alla vigilia del rientro a scuola anche da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, come ad esempio alcuni presidenti di regione incluso il nostro».
Tra le difficoltà denunciate dai presidi però si registra il fatto che per il momento sembra estremamente problematico, se non impossibile, individuare e tracciare gli alunni contagiati ed applicare la sorveglianza con i test T0 e T5. Rimane, inoltre, difficoltosa l'interlocuzione delle scuole con le strutture sanitarie e in presenza di molti alunni assenti è impossibile di aggregare classi diverse mantenendo il distanziamento minimo, senza considerare il distanziamento di due metri indicato per consumare i pasti a mensa. Infine, non ci sono le mascherine FFP2, che pure debbono essere fornite obbligatoriamente al personale della scuola dell'infanzia e si ripresentano le difficoltà nel fare lezione contemporaneamente in presenza e a distanza. L'assessore Leo, in un incontro tenutosi ieri, ha espresso la volontà di venire incontro ad alcune di queste esigenze. Nei prossimi giorni si vedrà se saranno fatti o solo parole.
«Le scuole hanno riaperto, grazie all'impegno del personale - conclude Romito - e, in particolare, dei dirigenti, che ormai da quasi due anni lavorano letteralmente senza soste, tra risorse promesse e non ancora (o mai) arrivate e la continua mutevolezza e la spesso inutile complicazione di molte delle misure previste dai protocolli di gestione della pandemia. Se la scuola va avanti, dopotutto, è grazie a loro».
I principali dati di questo sondaggi, che i presidi sottolineano non aver alcuna validità scientifica né alcuna ufficialità, ci dicono che risulta assente e non ancora sostituito il 4,2% dei docenti ed il 6,3% del personale non docente; nella scuola dell'infanzia è stata sospesa per 10 giorni l'attività nel 10,7% delle sezioni; negli altri ordini di scuola (primarie, medie e superiori) il 14% sul totale delle classi risulta in DAD completa (intera classe collegata da casa) oppure in DID (didattica integrata digitale, ossia con un gruppo di alunni collegato da casa e il resto in presenza a scuola) e nell'11% delle scuole risulta avviata (o da avviare nel brevissimo periodo) un'attività di vaccinazione in loco per gli alunni.
«Al di là della scontata variabilità dei dati delle singole istituzioni scolastiche fra di loro - sottolinea Roberto Romito - Presidente regionale ANP Puglia - (ad esempio, ci sono scuole con oltre il 75% di classi in didattica a distanza parziale o totale, oppure con il 15% di docenti assenti e non sostituiti, mentre in altre questi dati sono pari a zero) i numeri disegnano, per il momento almeno, una situazione nel complesso abbastanza lontana dalle fosche previsioni formulate alla vigilia del rientro a scuola anche da parte di autorevoli rappresentanti delle istituzioni, come ad esempio alcuni presidenti di regione incluso il nostro».
Tra le difficoltà denunciate dai presidi però si registra il fatto che per il momento sembra estremamente problematico, se non impossibile, individuare e tracciare gli alunni contagiati ed applicare la sorveglianza con i test T0 e T5. Rimane, inoltre, difficoltosa l'interlocuzione delle scuole con le strutture sanitarie e in presenza di molti alunni assenti è impossibile di aggregare classi diverse mantenendo il distanziamento minimo, senza considerare il distanziamento di due metri indicato per consumare i pasti a mensa. Infine, non ci sono le mascherine FFP2, che pure debbono essere fornite obbligatoriamente al personale della scuola dell'infanzia e si ripresentano le difficoltà nel fare lezione contemporaneamente in presenza e a distanza. L'assessore Leo, in un incontro tenutosi ieri, ha espresso la volontà di venire incontro ad alcune di queste esigenze. Nei prossimi giorni si vedrà se saranno fatti o solo parole.
«Le scuole hanno riaperto, grazie all'impegno del personale - conclude Romito - e, in particolare, dei dirigenti, che ormai da quasi due anni lavorano letteralmente senza soste, tra risorse promesse e non ancora (o mai) arrivate e la continua mutevolezza e la spesso inutile complicazione di molte delle misure previste dai protocolli di gestione della pandemia. Se la scuola va avanti, dopotutto, è grazie a loro».