Territorio
Trivelle in mare, la Corte Europea: «Sì a più permessi in aree contigue»
La battaglia della Regione Puglia stroncata dal parere
Puglia - giovedì 13 gennaio 2022
13.18
«È conforme al diritto Ue il fatto che uno Stato membro dia più permessi di ricerca sugli idrocarburi allo stesso operatore, anche se le attività insistono su zone contigue».
Il chiarimento arriva dalla Corte di Giustizia Europea e di fatto dà il via libera alle perforazioni al largo delle coste di Bari e di Brindisi.
La battaglia della Regione Puglia è dunque compromessa. La Regione si era opposta alle quattro concessioni ottenute nel mare Adriatico, al largo della costa pugliese, dalla società australiana Global Petroleum.
La Corte, tutta via spiega che il via libera è possibile «a condizione di garantire a tutti gli operatori un accesso non discriminatorio a tali attività e di valutare l'effetto cumulativo dei progetti che possono avere un impatto notevole sull'ambiente».
Il ricorso della Puglia si basava sull'argomentazione che il limite massimo di estensione di 750 chilometri quadrati al singolo permesso dovesse essere applicato anche al singolo operatore. La Corte Ue ha però chiarito che è possibile per un solo operatore ottenere più permessi in aree contigue a patto che l'attività di ricerca sia ottimale a livello tecnico ed economiche, persegua gli obiettivi della direttiva 94/22 e che nella valutazione di impatto ambientale si tenga conto dell'effetto cumulativo dei progetti.
Il chiarimento arriva dalla Corte di Giustizia Europea e di fatto dà il via libera alle perforazioni al largo delle coste di Bari e di Brindisi.
La battaglia della Regione Puglia è dunque compromessa. La Regione si era opposta alle quattro concessioni ottenute nel mare Adriatico, al largo della costa pugliese, dalla società australiana Global Petroleum.
La Corte, tutta via spiega che il via libera è possibile «a condizione di garantire a tutti gli operatori un accesso non discriminatorio a tali attività e di valutare l'effetto cumulativo dei progetti che possono avere un impatto notevole sull'ambiente».
Il ricorso della Puglia si basava sull'argomentazione che il limite massimo di estensione di 750 chilometri quadrati al singolo permesso dovesse essere applicato anche al singolo operatore. La Corte Ue ha però chiarito che è possibile per un solo operatore ottenere più permessi in aree contigue a patto che l'attività di ricerca sia ottimale a livello tecnico ed economiche, persegua gli obiettivi della direttiva 94/22 e che nella valutazione di impatto ambientale si tenga conto dell'effetto cumulativo dei progetti.