
Politica
Verso le elezioni regionali, arriva la doppia preferenza di genere
La presenza delle candidate donne non potrà essere inferiore al 40%
Puglia - lunedì 31 marzo 2025
9.19
In vista delle prossime elezioni regionali che molto probabilmente si svolgeranno in autunno, sebbene si sia ancora in attesa dell'ufficialità, la settima Commissione della Regione Puglia, quella dedicata alle riforme istituzionali, lo scorso mercoledì, 26 marzo, ha approvato all'unanimità la proposta di legge di modifica alla legge elettorale pugliese, introducendo la doppia preferenza di genere.
Si è, infatti, intervenuti sugli articoli 7 e 8 della legge regionale n. 2/2005, rubricata "Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del presidente della Giunta". Prima firmataria dell'atto normativo è stata la consigliera Lucia Parchitelli; esso è stato, poi, sottoscritto dai consiglieri regionali Paolo Campo, Debora Ciliento, Grazia Di Bari, Rosa Barone, Anita Maurodinoia, Tonia Spina e Loredana Capone.
La finalità politica perseguita è quella di rafforzare la parità di genere, allineandosi agli orientamenti espressi già a livello nazionale sui temi dell'inclusività. L'obiettivo precipuo si traduce, invero, nell'assicurare una maggiore partecipazione femminile negli ambienti istituzionali.
Sono due i punti della proposta legislativa cui prestare attenzione: alla già citata doppia preferenza di genere si affianca la previsione della quota di rappresentanza obbligatoria. Nello specifico, i candidati dello stesso sesso non potranno superare il 60%: ne consegue che la presenza delle candidate donne non potrà essere inferiore al 40% rispetto a quella dei competitor maschili. Si punta, quindi, a garantire sin dalla prossima tornata elettorale un maggiore equilibrio fra le quote dei sessi.
Per la verità, tale passo in avanti su un'equa concorrenza nelle liste era stato già compiuto nel 2020 dal Governo Conte, grazie all'esercizio dei poteri sostitutivi: in virtù dell'art. 120 della Costituzione, cioè, lo Stato si era surrogato alla Regione. Sicché, le forze politiche pugliesi sono intervenute su un percorso già tracciato a monte.
Molto soddisfatta Lucia Parchitelli, consigliera regionale del Partito Democratico, che dichiara di aver stilato insieme «un'altra bella pagina di politica». Non è ancora finita, però, sottolineando che «Ora ci aspetta il passo più importante, ovvero la definitiva approvazione in aula. È una legge importante perché incide anche sulla composizione delle liste».
In caso di inosservanza della normativa, rileva, tuttavia, una differenza tra il testo vigente e quello della proposta legislativa: nel primo, si prevede soltanto una sanzione pecuniaria; nell'altro, si ravvisa un inasprimento con inammissibilità della lista elettorale se si supera la percentuale indicata del 60%.
Non sono mancate le critiche, soprattutto da parte della Lega e di Forza Italia: in primo luogo, la modifica risulta sgradita per le compagini politiche che entrano in affanno nel raccogliere le disponibilità di candidatura in entrambi i sessi; in seconda battuta, viene contestata la severità dettata dal rendere la lista inammissibile.
Si è, infatti, intervenuti sugli articoli 7 e 8 della legge regionale n. 2/2005, rubricata "Norme per l'elezione del Consiglio regionale e del presidente della Giunta". Prima firmataria dell'atto normativo è stata la consigliera Lucia Parchitelli; esso è stato, poi, sottoscritto dai consiglieri regionali Paolo Campo, Debora Ciliento, Grazia Di Bari, Rosa Barone, Anita Maurodinoia, Tonia Spina e Loredana Capone.
La finalità politica perseguita è quella di rafforzare la parità di genere, allineandosi agli orientamenti espressi già a livello nazionale sui temi dell'inclusività. L'obiettivo precipuo si traduce, invero, nell'assicurare una maggiore partecipazione femminile negli ambienti istituzionali.
Sono due i punti della proposta legislativa cui prestare attenzione: alla già citata doppia preferenza di genere si affianca la previsione della quota di rappresentanza obbligatoria. Nello specifico, i candidati dello stesso sesso non potranno superare il 60%: ne consegue che la presenza delle candidate donne non potrà essere inferiore al 40% rispetto a quella dei competitor maschili. Si punta, quindi, a garantire sin dalla prossima tornata elettorale un maggiore equilibrio fra le quote dei sessi.
Per la verità, tale passo in avanti su un'equa concorrenza nelle liste era stato già compiuto nel 2020 dal Governo Conte, grazie all'esercizio dei poteri sostitutivi: in virtù dell'art. 120 della Costituzione, cioè, lo Stato si era surrogato alla Regione. Sicché, le forze politiche pugliesi sono intervenute su un percorso già tracciato a monte.
Molto soddisfatta Lucia Parchitelli, consigliera regionale del Partito Democratico, che dichiara di aver stilato insieme «un'altra bella pagina di politica». Non è ancora finita, però, sottolineando che «Ora ci aspetta il passo più importante, ovvero la definitiva approvazione in aula. È una legge importante perché incide anche sulla composizione delle liste».
In caso di inosservanza della normativa, rileva, tuttavia, una differenza tra il testo vigente e quello della proposta legislativa: nel primo, si prevede soltanto una sanzione pecuniaria; nell'altro, si ravvisa un inasprimento con inammissibilità della lista elettorale se si supera la percentuale indicata del 60%.
Non sono mancate le critiche, soprattutto da parte della Lega e di Forza Italia: in primo luogo, la modifica risulta sgradita per le compagini politiche che entrano in affanno nel raccogliere le disponibilità di candidatura in entrambi i sessi; in seconda battuta, viene contestata la severità dettata dal rendere la lista inammissibile.