Itinerari di fede
Da Molfetta alla “Pugliautentica” e alla “Settimana Santa in Puglia”
Il progetto dell’imprenditore Armenio per scoprire beni immateriali e itinerari di fede
martedì 14 marzo 2023
12.15
Il racconto della Puglia in tutte le sue sfumature, a testimoniare che la nostra regione non è fatta solo di mare, ma di aspetti che spaziano dall'enogastronomia alla fede, passando per tradizioni e folklore. Un bene immateriale da scoprire e da custodire.
Una sintesi che restituisce l'idea del progetto "Pugliautentica", il cui coordinatore è il molfettese Gaetano Armenio, dell'editrice "L'Immagine".
Per saperne di più, abbiamo intervistato Armenio, che ci ha raccontato la sua esperienza.
In cosa consiste il progetto "Pugliautentica"?
«Si tratta di una rete di sedici comuni, dal Gargano al Salento, che hanno aderito al brand Pugliautentica. Un'idea che rafforza un percorso di condivisione di obiettivi e strategie per essere più competitivi sul mercato turistico nazionale e internazionale. Con Pugliautentica ci rivolgiamo a un turismo culturale e responsabile fortemente interessato alle "tradizioni delle comunità locali": cultura, folklore, tradizioni alimentari e prodotti tipici, artigianato. Gli itinerari che Pugliautentica propone ai viaggiatori riguardano proprio gli aspetti tipici e autentici della nostra cultura regionale e meridionale. Dai riti della "Settimana Santa in Puglia", passando per le feste patronali dei "Patroni di Puglia" e per i "Cammini dell'anima", sino al "Natale in Puglia" e alle eccellenze enogastronomiche regionali. Tutte narrazioni che, salvaguardando la produzione e la trasmissione di riti, di simboli e di immagini che da secoli le comunità locali custodiscono gelosamente, contribuiscono a mantenere presente nella memoria di ognuno la storia collettiva».
Che riscontro ha avuto quest'anno a Milano, in occasione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo)?
«Come previsto, è stato enorme l'interesse da parte dei viaggiatori e dei buyer presenti in fiera per il brand "Pugliautentica: la Puglia che non hai mai visto". Numeri alla mano, dopo il turismo balneare che rappresenta l'asset turistico principale per la nostra regione, i viaggiatori nazionali e internazionali da tempo scelgono la Puglia per il suo enorme patrimonio di beni immateriali che ne fanno una regione unica e, appunto, autentica. In questi mesi abbiamo realizzato una serie di artefatti comunicativi. Cito i più significativi, ossia la realizzazione di una guida pocket, distribuita gratuitamente nelle più importanti fiere di settore, e di un portale turistico con una finestra di e-commerce per promuovere gli itinerari e commercializzare le nostre eccellenze enogastronomiche».
Con l'avvicinarsi della Pasqua, è bello dare spazio al progetto "La Settimana Santa in Puglia". Come nasce l'idea?
«L'idea nacque dalla volontà di creare una "rete" tra comuni, dal Gargano al Salento, raggruppati all'interno del brand "Settimana Santa in Puglia: i luoghi della Passione". Un progetto che ha come obiettivo i viaggiatori che cercano un'esperienza in grado di soddisfare i propri bisogni e le proprie emozioni, attraverso un contatto diretto e immersivo con il territorio».
Quali obiettivi si propone?
«In primis rafforzare la consapevolezza da parte di tutta la comunità culturale e religiosa di avere fra le mani un patrimonio culturale e di fede che non va disperso, ma tutelato e salvaguardato. È un patrimonio che appartiene a noi tutti, credenti e non. Un lavoro che ha permesso l'emersione di tradizioni poco conosciute ai protagonisti della nostra terra. Associazioni religiose ed enogastronomiche, singoli artigiani e intere comunità locali. La "Settimana Santa in Puglia" ha favorito un importante processo di aggregazione. L'offerta di viaggio che proponiamo ai turisti è suddivisa in itinerari che sottolineano le differenze antropologiche e culturali presenti nella nostra regione e che, ovviamente, si riflettono anche nei riti processionali della Settimana Santa. Dalla montagna sacra del Gargano alla Puglia Imperiale, dalla Costa degli Ulivi al Salento e alla Magna Grecia. Anche l'aver creato una "rete" con la Spagna (Valladolid) nel 2019 che il Covid ha bloccato in questi ultimi due anni, ci indica una direzione che seguiremo e approfondiremo nei prossimi anni».
Quali sono gli itinerari di fede da non perdere nel periodo pasquale?
«La nostra regione, una volta, veniva definita "Le Puglie", proprio per sottolineare le diversità esistenti tra i vari territori, che rappresentano la vera ricchezza della nostra terra. Si può partire dalla montagna sacra del Gargano, dal più famoso luogo di culto micaelico dell'occidente latino, Monte Sant'Angelo, ai canti corali di Vico del Gargano. Si procede per San Marco in Lamis nel fragore delle "fracchie" che ardono sotto il cielo stellato primaverile per concludere con i "penitenti" di Troia in uno scenario in cui si fondono natura, religione e storia».
Cosa troviamo, invece, nella "Puglia Imperiale"?
«Spostandoci verso la "Puglia Imperiale" abbiamo un itinerario attraverso le vestigia di un illustre passato politico-militare e le testimonianze della devozione religiosa, entrambe matrici di capolavori artistici quali castelli e cattedrali romaniche. La reliquia della "Sacra Spina" di Andria introduce ai riti processionali del Venerdì Santo e Sabato Santo di Corato all'ultimo "Incontro" tra Gesù e sua Madre a Bisceglie ai Canti strazianti delle donne vestite di nero di Canosa di Puglia».
Cosa caratterizza la Costa degli Ulivi, il Salento e la Magna Grecia?
«Con la "Costa degli Ulivi" per un giro tra uliveti, vigneti, mandorli e vecchie masserie alla campagna dove i muretti a secco sostituiscono le siepi, ed immergersi nei pregevoli gruppi statuari di Molfetta, Ruvo di Puglia, Valenzano e Bitonto e i "crociferi" di Noicattaro per un itinerario carico di pathos. E poi c'è il Salento con il pellegrinaggio dei "pappamusci" di Francavilla Fontana, l'incontro tra la Madonna e il Cristo morto sul muraglione di Gallipoli hanno come sfondo "I Canti di Passione" della Grecìa Salentina nella lingua grika del salento e con la processione al femminile di Botrugno. E poi si arriva nel vivido scorcio della Magna Grecia con il passo lento dei "perduni"di Taranto e Pulsano, accompagnati dalla "nazzecata" introducono al caratteristico cerimoniale dei "bbubbli bbubbli" di Grottaglie e ai riti di Ginosa nel suggestivo paesaggio delle gravine».
Una sintesi che restituisce l'idea del progetto "Pugliautentica", il cui coordinatore è il molfettese Gaetano Armenio, dell'editrice "L'Immagine".
Per saperne di più, abbiamo intervistato Armenio, che ci ha raccontato la sua esperienza.
In cosa consiste il progetto "Pugliautentica"?
«Si tratta di una rete di sedici comuni, dal Gargano al Salento, che hanno aderito al brand Pugliautentica. Un'idea che rafforza un percorso di condivisione di obiettivi e strategie per essere più competitivi sul mercato turistico nazionale e internazionale. Con Pugliautentica ci rivolgiamo a un turismo culturale e responsabile fortemente interessato alle "tradizioni delle comunità locali": cultura, folklore, tradizioni alimentari e prodotti tipici, artigianato. Gli itinerari che Pugliautentica propone ai viaggiatori riguardano proprio gli aspetti tipici e autentici della nostra cultura regionale e meridionale. Dai riti della "Settimana Santa in Puglia", passando per le feste patronali dei "Patroni di Puglia" e per i "Cammini dell'anima", sino al "Natale in Puglia" e alle eccellenze enogastronomiche regionali. Tutte narrazioni che, salvaguardando la produzione e la trasmissione di riti, di simboli e di immagini che da secoli le comunità locali custodiscono gelosamente, contribuiscono a mantenere presente nella memoria di ognuno la storia collettiva».
Che riscontro ha avuto quest'anno a Milano, in occasione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo)?
«Come previsto, è stato enorme l'interesse da parte dei viaggiatori e dei buyer presenti in fiera per il brand "Pugliautentica: la Puglia che non hai mai visto". Numeri alla mano, dopo il turismo balneare che rappresenta l'asset turistico principale per la nostra regione, i viaggiatori nazionali e internazionali da tempo scelgono la Puglia per il suo enorme patrimonio di beni immateriali che ne fanno una regione unica e, appunto, autentica. In questi mesi abbiamo realizzato una serie di artefatti comunicativi. Cito i più significativi, ossia la realizzazione di una guida pocket, distribuita gratuitamente nelle più importanti fiere di settore, e di un portale turistico con una finestra di e-commerce per promuovere gli itinerari e commercializzare le nostre eccellenze enogastronomiche».
Con l'avvicinarsi della Pasqua, è bello dare spazio al progetto "La Settimana Santa in Puglia". Come nasce l'idea?
«L'idea nacque dalla volontà di creare una "rete" tra comuni, dal Gargano al Salento, raggruppati all'interno del brand "Settimana Santa in Puglia: i luoghi della Passione". Un progetto che ha come obiettivo i viaggiatori che cercano un'esperienza in grado di soddisfare i propri bisogni e le proprie emozioni, attraverso un contatto diretto e immersivo con il territorio».
Quali obiettivi si propone?
«In primis rafforzare la consapevolezza da parte di tutta la comunità culturale e religiosa di avere fra le mani un patrimonio culturale e di fede che non va disperso, ma tutelato e salvaguardato. È un patrimonio che appartiene a noi tutti, credenti e non. Un lavoro che ha permesso l'emersione di tradizioni poco conosciute ai protagonisti della nostra terra. Associazioni religiose ed enogastronomiche, singoli artigiani e intere comunità locali. La "Settimana Santa in Puglia" ha favorito un importante processo di aggregazione. L'offerta di viaggio che proponiamo ai turisti è suddivisa in itinerari che sottolineano le differenze antropologiche e culturali presenti nella nostra regione e che, ovviamente, si riflettono anche nei riti processionali della Settimana Santa. Dalla montagna sacra del Gargano alla Puglia Imperiale, dalla Costa degli Ulivi al Salento e alla Magna Grecia. Anche l'aver creato una "rete" con la Spagna (Valladolid) nel 2019 che il Covid ha bloccato in questi ultimi due anni, ci indica una direzione che seguiremo e approfondiremo nei prossimi anni».
Quali sono gli itinerari di fede da non perdere nel periodo pasquale?
«La nostra regione, una volta, veniva definita "Le Puglie", proprio per sottolineare le diversità esistenti tra i vari territori, che rappresentano la vera ricchezza della nostra terra. Si può partire dalla montagna sacra del Gargano, dal più famoso luogo di culto micaelico dell'occidente latino, Monte Sant'Angelo, ai canti corali di Vico del Gargano. Si procede per San Marco in Lamis nel fragore delle "fracchie" che ardono sotto il cielo stellato primaverile per concludere con i "penitenti" di Troia in uno scenario in cui si fondono natura, religione e storia».
Cosa troviamo, invece, nella "Puglia Imperiale"?
«Spostandoci verso la "Puglia Imperiale" abbiamo un itinerario attraverso le vestigia di un illustre passato politico-militare e le testimonianze della devozione religiosa, entrambe matrici di capolavori artistici quali castelli e cattedrali romaniche. La reliquia della "Sacra Spina" di Andria introduce ai riti processionali del Venerdì Santo e Sabato Santo di Corato all'ultimo "Incontro" tra Gesù e sua Madre a Bisceglie ai Canti strazianti delle donne vestite di nero di Canosa di Puglia».
Cosa caratterizza la Costa degli Ulivi, il Salento e la Magna Grecia?
«Con la "Costa degli Ulivi" per un giro tra uliveti, vigneti, mandorli e vecchie masserie alla campagna dove i muretti a secco sostituiscono le siepi, ed immergersi nei pregevoli gruppi statuari di Molfetta, Ruvo di Puglia, Valenzano e Bitonto e i "crociferi" di Noicattaro per un itinerario carico di pathos. E poi c'è il Salento con il pellegrinaggio dei "pappamusci" di Francavilla Fontana, l'incontro tra la Madonna e il Cristo morto sul muraglione di Gallipoli hanno come sfondo "I Canti di Passione" della Grecìa Salentina nella lingua grika del salento e con la processione al femminile di Botrugno. E poi si arriva nel vivido scorcio della Magna Grecia con il passo lento dei "perduni"di Taranto e Pulsano, accompagnati dalla "nazzecata" introducono al caratteristico cerimoniale dei "bbubbli bbubbli" di Grottaglie e ai riti di Ginosa nel suggestivo paesaggio delle gravine».